Contro le alluvioni l’Europa mette in campo tre progetti europei per allarmi più rapidi e precisi
[29 Agosto 2014]
I cambiamenti climatici rendono sempre più urgente la necessità di monitorare con efficacia l’andamento delle precipitazioni in cerca di possibili bombe d’acqua, e come ricorda la Commissione europea «le allerte tempestive di alluvioni e il monitoraggio in tempo reale delle relative situazioni di emergenza possono salvare vite ed evitare danni a immobili, infrastrutture e ambiente», per questo ha finanziato tre progetti – Imprints, WeSenselt e UrbanFlood – che hanno messo a punto sistemi unici di previsione e di allerta per avvisare le popolazioni del pericolo imminente di alluvioni.
WeSenseIt – Citizen Water Observatories, ha ricevuto un finanziamento di 5,4 milioni di uro nell’ambito del nell’ambito del 7° programma quadro (7° PQ) e riunisce partner dei settori pubblico e privato e comprende 8 piccole e medi imprese: Quinary (Italia), Disdrometrics e HydroLogic Research (Olanda), Software Mind (Polonia), Advantic Sistemas y Servicios e Starlab Barcelona (Spagna), Sensorscope (Svizzera) e Knowledge Now (Gran Bretagna), al progetto partecipa anche l’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione.
Il coordinatore di WeSenseIt, Fabio Ciravegna dell’Università di Sheffield, spiega: «Abbiamo sviluppato applicazioni per dispositivi mobili che consentono alle guardie fluviali nel Regno Unito, mentre percorrono le rive, di fare foto taggate con indicazioni o osservazioni se ritengono di aver notato qualcosa di preoccupante», Alla fine di marzo 2014 si è conclusa a Vicenza la valutazione di un esercizio di simulazione di un’inondazione cui hanno partecipato circa 500 volontari.
Imprints (IMproving Preparedness and RIsK maNatement for flash floods and debris flow events), che ha ricevuto 3,3 milioni di euro nell’ambito del 7° PQ, riunisce 18 istituti di ricerca e istituzioni di Italia, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Sudafrica, Spagna, Svizzera e il Joint Research Centre (Jrc), il Centro comune di ricerca della Commissione europea, si occupa diprevenzione e gestione delle inondazioni ed ha sviluppato una piattaforma di allerta precoce in grado di ridurre ameno di due ore i tempi di reazione a piene improvvise, dando così alle comunità colpite più tempo per mettersi in salvo. «La piattaforma – spiega una nota della Commissione Ue – è basata su previsioni più accurate delle precipitazioni, che si avvalgono di reti radar e modelli meteorologici. Il software è in grado di prevedere i flussi d’acqua a livello del suolo e di fornire un sistema completo di allerta precoce per le inondazioni improvvise, la quantità di detriti che esse possono trasportare e i danni potenziali alle infrastrutture locali».
Imprints, che si concluderà nel settembre 2016, «Fa leva sulla capacità di osservazione umana come elemento essenziale in un sistema di allerta precoce. I cittadini vi contribuiscono effettuando misurazioni con nuove applicazioni, attualmente in via di sviluppo nell’ambito del progetto, e inviando informazioni e immagini tramite il telefono cellulare. Le nuove tecnologie e i nuovi approcci sono attualmente testati in Italia, in Olanda e Gran Bretagna».
In Spagna, Svizzera e Francia le innovazioni apportate da questo progetto vengono utilizzate dai servizi idrici e idrometeorologici per migliorare i loro sistemi di previsione in tempo reale. Inoltre, gli indicatori riguardanti le inondazioni improvvise sviluppati nel quadro del progetto sono usati nell’ambito del sistema europeo di sensibilizzazione sulle alluvioni già operativo.
UrbanFlood si occupa di dighe, gli argini e rive dei fiumi a rischio durante un’inondazione ed ha messo a punto sensori e tecnologia correlata per monitorare gli argini di protezione dalle piene e lanciare un’allerta precoce in caso di rischi di cedimento: «I sensori sotterranei controllano lo stato degli argini e rilevano qualsiasi cambiamento a livello delle acque e altri fattori, quali temperatura, umidità e movimenti di terra – dicono alla Commissione europea – Tali informazioni sono poi analizzate dal software di modellizzazione del progetto, che può far scattare un allarme qualora sorga un problema. Il software calcola la velocità con cui il sito sarà allagato in caso di cedimento e suggerisce persino i modi migliori per trasferire i cittadini in aree più sicure».
UrbanFlood ha beneficiato di un finanziamento di circa 2,3 milioni di euro del 7° PQ ed hanno partecipato al progetto TnoO, Stowa ed università di Amsterdam (Olanda), Cyfronet (Polonia), la controllata russa della Siemens e la HR Wallingford (Gran Bretagna).
Anche il Jrc contribuisce alla ricerca sulle inondazioni con lo sviluppo di sistemi di previsione e monitoraggio a livello europeo e globale come Efas, GloFas e Gfds.
La commissaria europea per la ricerca, l’innovazione e la scienza, Máire Geoghegan-Quinn, conclude: «L’Ue continua ad investire nella ricerca e nell’innovazione finalizzate alla prevenzione e alla gestione delle inondazioni. Il nostro obiettivo è aiutare i governi ad adottare misure adeguate e coordinate per ridurre questo rischio e proteggere i loro cittadini».