Caccia in Veneto: stop alla deroga per due giornate aggiuntive settimanali di caccia ai migratori
Il Consiglio di Stato respinge l’appello della giunta regionale
[30 Settembre 2022]
Seconda sconfitta, questa volta in Consiglio di Stato, per la Regione Veneto e la Federcaccia, riguardo al calendario venatorio regionale che detta le regole per l’esercizio venatorio nella stagione 2022/23.
Il 23 settembre il TAR , con decreto cautelare, aveva disposto lo slittamento al prossimo 1 ottobre della data di apertura della caccia ad uccelli acquatici, tordi, starna, fagiano e quaglia, ma soprattutto il blocco della possibilità di aggiungere una quarta e quinta giornata settimanale, nei mesi di ottobre e novembre, di caccia da appostamento ai migratori, in aggiunta alle canoniche tre giornate settimanali a disposizione di ciascun cacciatore. La Regione aveva quindi chiesto al Consiglio di Stato di annullare il decreto del TAR di Venezia, ottenuto su ricorso della Lega Abolizione Caccia (LAC). Ma la richiesta urgente in appello è stata rigettata dal Presidente della 3° Sezione, con Decreto n. 4738 pubblicato ieri sera.
La LAC esulta: «L’arrogante pretesa della Regione di aggirare, con motivazioni inadeguate e pretestuose, il parere tecnico reso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha fatto cilecca nuovamente, col risultato di mantenere una minore pressione venatoria su molte specie di avifauna nel periodo più delicato per il flusso migratorio autunnale. Il Consiglio di Stato terrà una camera di consiglio in sede collegiale il prossimo 13 ottobre, ma nel frattempo è stato affermato ieri che “nel bilanciamento tra gli interessi coinvolti, deve ritenersi prevalente quello costituzionalmente rilevante alla tutela dell’ambiente nel rispetto del principio di precauzione”. Una lezione anche per i pasdaran della caccia selvaggia, autoconvocatisi stamane a Venezia per una non meglio precisata protesta contro l’autorevole decisione della magistratura amministrativa».
Il consigliere regionale del PD, Andrea Zanoni, ha commentato: «E’ gravissimo che la Regione sperperi i soldi dei cittadini per queste assurde e perdenti battaglie legali. Se vuole evitare ricorsi e blocchi della caccia, rispetti le leggi e le norme di tutela degli animali selvatici dell’Unione Europea, approvando un calendario venatorio che segua il parere tecnico reso dall’ISPRA».
Zanoni ricorda che «In particolare il TAR ha bloccato fino all’1 ottobre la caccia agli uccelli di ben 19 specie: 17 appartenenti ad uccelli migratori quali Beccaccia, Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Porciglione, Fischione, Codone, Marzaiola, Beccaccino, Frullino, Tordo bottaccio, Cesena, Tordo sassello, Quaglia e due ad uccelli stanziali: Starna e Fagiano; e soprattutto ha bloccato la possibilità di cacciare una quarta e quinta giornata settimanale, nei mesi di ottobre e novembre, agli uccelli migratori, in aggiunta alle tre giornate settimanali previste dalla legge, si tratta di un taglio di ben venti giorni di caccia. il Consiglio di Stato, nel dispositivo di rigetto dell’appello della Regione ha citato la Costituzione italiana (“nel bilanciamento tra gli interessi coinvolti, deve ritenersi prevalente quello costituzionalmente rilevante alla tutela dell’ambiente nel rispetto del principio di precauzione”) che da pochi mesi prevede anche la tutela di ambiente e biodiversità».
I consigliere regionale di p opposizione conclude: «Questa è una vittoria della legalità che ripristina il rispetto delle norme statali e comunitarie salvando centinaia di migliaia di uccelli attualmente in migrazione e in grave difficoltà a causa di siccità, eventi meteo estremi, agricoltura intensiva ad alto utilizzo di pesticidi e consumo di suolo. Chissà se i cacciatori, dopo la manifestazione di Venezia di oggi promossa dall’esponente di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato, ora andranno a manifestare anche a Roma».