Il Cile dice no anche alla proposta di Costituzione della destra
E’ il secondo plebiscito bocciato in soli 15 mesi. Resta in vigore la Costituzione di Pinochet
[18 Dicembre 2023]
Con il 99,86% delle schede scrutinate il no ha prevalso con il 55,76% contro il 44,24% dei si per la nuova proposta di Costituzione del Cile. Si è trattato del secondo plebiscito in soli 15 mesi, con l’intento di sostituire la Costituzione che ereditata dalla dittatura fascista di Augusto Pinochet.
Nel settembre del 2022 i cileni avevano bocciato la proposta di Costituzione elaborata da una Convención Constitucional composta da una maggioranza da esponenti di sinistra e progressisti e dandpo un duro colpo ai partiti e ai movimenti di sinistra e al Presidente Gabriel Boric, che era al governo da soli sei mesi.
La destra aveva fatto una durissima campagna contro una Costituzione troppo progressista e femminista, favorevole ai popoli indigeni e non in linea con i valori tradizionali cileni, una strategia vincente e favorita dalle divisioni a sinistra.
Ma ieri è stata la bozza di Costituzione conservatrice, scritta dal nuovo Consejo Constitucional, dominato da esponenti di destra ed estrema destra, ad essere chiaramente respinta dai cileni, tanto che l’ex candidato presidenziale José Antonio Kast, dell’estema destra del Partido Republicano, ha ammesso: «Stasera, una grande maggioranza dei cileni ha respinto la proposta costituzionale”. […] Riconosciamo quella sconfitta con grande chiarezza e umiltà». Il presidente del Partido Comunista de Chile, Lautaro Carmona ha detto: «la saggezza della cittadinanza impedisce un pericoloso passo indietro per il nostro Paese. Per ora il capitolo di una nuova Costituzione è chiuso almeno in questo periodo politico in vigore».
Secondo i media cileni, l’opzione “En Contra” ha vinto in 13 regioni, mentre “”A favor” ha vinto solo a Maule, Ñuble e La Araucanía.
I cileni hanno detto no alla proposta di Costituzione per un motivo speculare al no precedente: era troppo arretrata, poco progressista e antiabortista e misogina e non riconosceva i diritti dei popoli autoctoni.
Quel che viene fuori da questi due nulla di fatto è che in Cile non c’è consenso sul passato tragico e sul suo futuro incerto. Ma il presidente Boric tira un sospiro di sollievo perché non dovrà promulgare una Costituzione che non condivideva e per la nuova sconfitta della destra, anche se paradossalmente non ci sarà un terzo referendum e resterà in vigore la Costituzione di Pinochet contro la quale scesero in piazza milioni di cileni.
Come fa notare TeleSur, «Anche se la maggioranza dei cittadini non era d’accordo con un testo costituzionale considerato regressivo in termini di diritti, il rifiuto mantiene quella Costituzione del 1980, che perpetua il modello neoliberista, l’attuale ordine economico e le disuguaglianze. D’altra parte, la richiesta avanzata durante la rivolta sociale del 2019 che il Paese abbia una nuova Legge delle Leggi elaborata da un’Assemblea Costituente, rappresentativa di tutti i popoli e delle loro lotte storiche, rimane irrealizzata».
Comunque, come ha detto il presidente dell’Unión Demócrata Independiente (UDI), Javier Macaya «Oggi dormiremo tranquilli». E il presidente della Democracia Cristiana, Alberto Undurraga, ha aggiunto: «Domani sarà un giorno migliore per il Cile». Mentre per Juan Ignacio Latorre, presidente di Revolución Democrática, «E’ importate che i cittadini cileni abbiano respinto trasversalmente la proposta di Costituzione preparata dai repubblicani e dalla destra».
Il presidente del Partido Comunista de Chile, Plautaro Carmona, ha concluso: «La saggezza della cittadinanza impedisce un pericoloso passo indietro per il nostro paese. Per ora il capitolo di una nuova Costituzione è chiuso almeno in questo periodo politico in vigore».