L’Ue recepirà le misure del piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso
[30 Aprile 2015]
Dal 2012 e al 2014 la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (Iccat) ha adottato le misure del piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo adottate. Adesso l’Ue propone di recepirle nell’ordinamento europeo con un apposito regolamento.
La proposta stabilisce i principi generali per l’applicazione da parte dell’Unione del piano di ricostituzione dell’Iccat. E si pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2022 una biomassa corrispondente al rendimento massimo sostenibile con una probabilità pari almeno al 60%.
L’Iccat è l’organizzazione regionale di gestione della pesca responsabile della gestione dei tonnidi e delle specie affini nell’Oceano Atlantico e nei mari adiacenti. E l’Unione ne è parte contraente.
L’Iccat ha la facoltà di adottare decisioni (“raccomandazioni”) per la conservazione e la gestione della pesca nella sua zona di competenza. Le raccomandazioni sono atti vincolanti essenzialmente rivolti alle parti contraenti dell’Iccat, ma che contengono obblighi anche per gli operatori (ad esempio per il comandante della nave).
L’iniziativa legislativa comunitaria, dunque, risponde all’esigenza di garantire l’applicazione uniforme ed efficace delle più recenti misure del piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso dell’Iccat in tutta l’Unione europea. Anche perchè le misure di conservazione e di gestione stabilite mediante raccomandazioni dell’Iccat non sono direttamente applicabili a singole navi o a singoli cittadini dell’Unione. E’ necessario recepirle nel diritto dell’Unione.
La proposta di regolamento prevede misure tecniche, ad esempio riguardanti le operazioni di trasferimento e ingabbiamento di tonni rossi vivi, comprese misure concernenti l’impiego di fotocamere stereoscopiche per la stima dei quantitativi di tonno rosso e dei quantitativi rilasciati in mare, e disposizioni concernenti la dichiarazione delle catture e l’attuazione del programma di osservazione regionale dell’Iccat.
Del resto l’obiettivo della politica comune della pesca, è garantire lo sfruttamento delle risorse acquatiche viventi in condizioni sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale.