Pesca, l’Ue vuole ridurre del 15% quella nel Mar Baltico
[3 Settembre 2015]
Lo sfruttamento delle risorse biologiche marine vive deve consentire di ricostituire e mantenere le popolazioni delle specie pescate al di sopra dei livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile. Uno strumento importante a tal fine è rappresentato dalla fissazione annuale delle possibilità di pesca sotto forma di totali ammissibili di catture (Tac) e contingenti. Ecco perché l’Ue popone per il 2016 un nuovo regolamento che stabilisce le possibilità di pesca per alcuni stock o gruppi di stock ittici applicabili nel Mar Baltico.
Le possibilità di pesca complessive proposte per il 2016 nel Mar Baltico, espresse in tonnellate, diminuiranno del 15% rispetto al 2015, raggiungendo circa 570 000 tonnellate. Espresse in numero di esemplari, esse aumenteranno del 6% e ammonteranno a 115 874 unità.
Con riguardo ai singoli stock, si osserva un aumento medio del 10% per i contingenti di aringa, del 10% per il salmone del bacino principale e del 18% per la passera di mare,a fronte di un calo medio del 28% per gli stock di aringa del Golfo di Botnia e del Golfo di Riga, del 24% per il salmone del Golfo di Finlandia, del 20% per lo stock orientale di merluzzo bianco e del 14% per lo spratto.
Sulla base dei prezzi medi del pesce sbarcato osservati nel 2013 in otto paesi del Mar Baltico,nel 2016 il valore delle possibilità di pesca ammonterà a circa 256 milioni di euro con una diminuzione del 19%. Il calo maggiore riguarda il Tac relativo all’aringa del Golfo di Botnia, che passa da 62 milioni di euro nel 2015 a 38 milioni di euro nel 2016. Tuttavia, tenuto conto del fatto che nel 2014 il contingente di aringa non è stato pienamente utilizzato e supponendo che il tasso di cattura rimanga invariato nel 2016, la riduzione del valore del contingente sarà meno significativa. Sebbene il contingente per lo spratto debba essere ridotto del 14%, il valore di tale contingente aumenterà di circa 100 mila euro. Ciò è dovuto a un aumento del prezzo del 17%; nel 2013, tale prezzo ammontava a 289 euro/tonnellata.
La proposta di regolamento rientra in una strategia più ampia volta a ricondurre gradualmente e a mantenere lo sforzo di pesca a livelli sostenibili a lungo termine. Gli effetti a lungo termine della strategia dovrebbero consistere in attività di pesca più sostenibili e maggiori sbarchi.
La proposta continua a prevedere la semplificazione delle procedure amministrative per le autorità pubbliche. Semplifica la gestione della pesca poiché, contrariamente agli anni precedenti, non provvede più a limitarla fissando il numero di giorni in cui i pescherecci possono operare in mare. Ciò ridurrà gli oneri amministrativi per gli Stati membri.
Secondo quanto concluso dagli esperti, l’assenza di una limitazione dello sforzo di pesca non metterà a rischio lo stato degli stock, perché il monitoraggio efficace dell’utilizzo dei contingenti è sufficiente a controllare la pressione di pesca sugli stock.