
A Monterotondo Marittimo la geotermia serve anche per essiccare il cippato

La geotermia è una fonte rinnovabile dagli usi plurimi, che offre strumenti preziosi per una diversificazione dell’economia locale che vada oltre alla “sola” produzione di elettricità e calore.
In base alla temperatura della risorsa può essere infatti impiegata a fini termali, nelle serre, lungo la filiera alimentare – ad esempio per produrre birra – o negli impieghi industriali. E anche per la produzione di cippato, come avviene nel nuovo impianto inaugurato a Monterotondo Marittimo (GR) presso il caseificio Podere Paterno, dove la geotermia già fornisce tutto il calore necessario alla produzione di formaggio.
Qui il cippato viene ricavato soltanto da resti e ramaglie del bosco non funzionali ad altri usi del legname. Poi inizia il processo di essicazione: l’acqua calda a circa 85° C, prelevata dal termodotto di Enel green power, viene inviata all’essiccatore all’interno del quale uno scambiatore acqua-aria trasferisce il calore all’aria utilizzata per essiccare la biomassa che transita nel macchinario. Successivamente, l’acqua in uscita dallo scambiatore, ad una temperatura di circa 60° C, viene restituita al termodotto Enel per poi essere reiniettata nel sottosuolo e contribuire alla coltivazione sostenibile della geotermia.
Come informano da Enel l’impianto, gestito dal consorzio Best local energy, produrrà circa 200 quintali di cippato al giorno e verrà distribuito in una filiera a corto raggio, arrivando comunque anche in aree in cui la geotermia non è presente e diffondendo quindi capillarmente i benefici dei cosiddetti “altri usi” di questa risorsa.
