Airu e Utilitalia, sostenere il teleriscaldamento contro il caro bollette
«Il Governo e il Parlamento intervengano affinché la riduzione dell’aliquota Iva al 5% già prevista per il gas metano, possa essere estesa anche agli utenti finali del teleriscaldamento»
[5 Ottobre 2021]
Il caro bollette che l’Italia (e non solo) sta sperimentando è legato a un modello di consumo energetico ancora fortemente ancorato ai combustibili fossili, che in larghissima parte importiamo per soddisfare il fabbisogno nazionale, esponendo il Paese alle fluttuazioni di prezzo di queste materie prime oltre che alle conseguenze della crisi climatica in corso.
Per ridurre l’impatto dei rincari sulle bollette, il Governo ha varato il decreto legge 27 settembre 2021 n. 130, che oltre a introdurre misure necessarie per contenere gli effetti sociali dell’aumento del gas taglia anche l’Iva – dal 10% – 22% attuale – al 5% per il prossimo trimestre, per tutti gli utenti, a prescindere dal reddito e dalla quantità e tipologia di consumi.
Un’operazione che presta il fianco a importanti problemi dal punto di vista sociale e ambientale, come osserva il già ministro dell’Ambiente Edo Ronchi: «Se in presenza di un aumento dei prezzi dei combustibili fossili – per quanto consistente – non ci si limita alle misure per ridurne gli impatti sociali sui settori a più basso reddito, ma si ricorre a riduzioni fiscali generalizzate, si contribuisce a rallentare la decarbonizzazione, proprio quando è necessario e urgente accelerarla. Oltre alle misure – necessarie e giuste – per annullare gli effetti degli aumenti del prezzo del gas in bolletta per le famiglie a basso reddito che beneficiano del “bonus elettrico“ e del “bonus gas” che bisogno c’era di tagliare anche, in modo generalizzato, l’Iva sui consumi di gas?».
Un paradosso ancora più cocente se si pensa che, al contempo, le stesse agevolazioni Iva non sono previsti per infrastrutture efficienti come quelle di teleriscaldamento (soprattutto quelle alimentate da fonti rinnovabili o da rifiuti). Un paradosso che adesso l’Airu (l’Associazione di riferimento degli operatori che realizzano e gestiscono sistemi di teleriscaldamento nel nostro Paese), e Utilitalia (la Federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici) si propongono di lenire.
Le due associazioni si sono infatti rivolte direttamente al Governo per chiedere che le misure straordinarie adottate nel decreto-legge vengano quantomeno destinate anche gli utenti finali del teleriscaldamento. In particolare, la richiesta è che «la riduzione dell’aliquota Iva al 5% già prevista per il gas metano, possa essere estesa anche agli utenti finali del teleriscaldamento i quali, senza un simile correttivo, risulterebbero esclusi in maniera ingiustificata dall’intervento normativo di carattere emergenziale volto a calmierare le spese energetiche degli italiani».
A fronte di una domanda nazionale di calore di circa 330 TWh, attualmente le oltre 300 reti di teleriscaldamento esistenti nel nostro Paese distribuiscono infatti all’utenza finale circa 9,3 TWh termici, con 1,7 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni evitate ogni anno.
Al proposito, Airu e Utilitalia rilevano che la mancata riduzione dell’aliquota Iva avrebbe ripercussioni negative anche per il comparto del teleriscaldamento, ricordando che lo stesso è stato escluso in passato dalle agevolazioni a vario titolo introdotte per incentivare gli interventi di efficientamento energetico, ad esempio il Superbonus 110%, laddove l’Unione europea ha invece individuato proprio nel teleriscaldamento una tecnologia altamente efficiente per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, ed alcuni Stati membri come la Francia già da diversi anni applicano un’aliquota Iva agevolata (pari al 5,5%) al calore venduto tramite reti di teleriscaldamento.