Alla Turchia servono investimenti da 59 miliardi di euro per allinearsi all’acquis ambientale Ue
Nonostante alcuni persistenti ritardi emergono progressi nella gestione dei rifiuti, nel controllo dell'inquinamento, nella riduzione dei rischi idrogeologici e nella qualità di acqua e aria
[21 Novembre 2019]
Da lustri la Turchia è al centro di una travagliata trattativa che ha come obiettivo l’adesione dello Stato all’Unione europea, che anche recentemente ha subito un duro contraccolpo dopo le operazioni condotte dal presidente Erdogan nel nord della Siria a danno dei curdi: «Ritengo che il processo di adesione della Turchia vada abolito – ha dichiarato nell’occasione il presidente dell’Europarlamento David Sassoli – Non possiamo consentire che ci siano procedure con paesi che hanno questi comportamenti». Nel frattempo però continuano le valutazioni a tutto tondo, comprese quelle afferenti il campo ambientale.
Al proposito il progetto Scsd-Sd – cofinanziato dall’Ue e con partner il Kyoto club di Roma e la ÇevreciEnerjiDerneği di Smirne – ha visto una delegazione turca recentemente in visita nella capitale italiana, dove state coinvolte diverse organizzazioni ambientaliste locali e nazionali, centri di ricerca, associazioni di categoria al fine di scambiare buone pratiche e rafforzare i contatti bilaterali tra i due Paesi. In particolare, durante gli incontri sono state presentate proposte per la nascita di un network attivo sui temi dell’agricoltura e sono emersi interessi comuni circa le opportunità sull’eolico nell’area di Smirne.
Kyoto Club e ÇevreciEnerjiDerneği hanno poi redatto il monitoring report, uno studio che approfondisce l’acquis comunitario – ovvero la piattaforma comune di diritti ed obblighi che vincolano l’appartenenza degli Stati membri all’Ue – in materia di ambiente, clima ed energia e che illustra i progressi compiuti dalla Turchia nell’armonizzare il proprio quadro normativo ambientale con quello dell’Unione. Scopo dello studio è offrire una comparazione tra i due sistemi e dare un’idea di cosa manca alla Turchia per allinearsi con la normativa Ue ai fini dell’ingresso.
Dal report si apprende come, negli ultimi anni, la Turchia, nonostante alcuni persistenti ritardi, abbia realizzato importanti progressi nella gestione dei rifiuti, nel controllo dell’inquinamento, nella riduzione dei rischi idrogeologici e nella qualità delle sue acque e dell’aria.
A questo proposito, la “Strategia europea di approssimazione integrata 2007-2023” stabilisce gli obiettivi, i target e le attività da intraprendere in Turchia per i diversi settori: secondo la Strategia, il costo di investimenti necessari per garantire l’allineamento con l’acquis ambientale dell’Ue è stimato a circa 59 miliardi di euro.