Cepparello: «Rendere le aree più appetibili per aziende che volessero insediarsi sul territorio»
Allo studio un nuovo accordo per far partire le bonifiche al Sin-Sir di Livorno, oggi allo 0%
La transizione ecologica della raffineria Eni rivestirà un ruolo fondamentale, con l’opzione della tecnologia waste to chemicals ancora sullo sfondo
[7 Febbraio 2022]
L’ufficio Ambiente del Comune di Livorno ha prodotto un rapporto sulle aree Sin e Sir – ovvero i Siti di bonifica d’interesse nazionale e regionale, rispettivamente – per fornire «uno stato dell’arte sulla situazione delle aree portuali-industriali a nord della città che sono sottoposte alla perimetrazione in materia di bonifica ormai da 21 anni».
Dopo un primo esame da parte della Giunta comunale, ora il documento è all’attenzione dell’Amministrazione per «individuare le migliori soluzioni e azioni per avviare le bonifiche indispensabili per aumentare la qualità ambientale e rendere le nostre aree Sin/Sir pienamente utilizzabili e attrattive, sia per l’ampliamento degli insediamenti industriali esistenti che per nuovi investitori».
Lo stato dell’arte, come del resto documentano già gli aggiornamenti periodici predisposti dal ministero della Transizione ecologica – che ha in capo le competenze per le bonifiche dei Sin – parla da sé: dopo più di vent’anni dalla perimetrazione, nel Sin di Livorno è concluso lo 0% delle bonifiche sui terreni e lo 0% sulla falda, il dato peggiore tra i Sin toscani insieme a quello di Orbetello.
A fronte di questo contesto disastroso, la Giunta labronica ha deciso di portare avanti due linee d’azione. Con la prima è stato dato mandato all’ufficio Ambiente di predisporre una bozza di accordo con la Regione Toscana (titolare delle procedure in ambito Sir) per poter definire un progetto di bonifica delle acque sotterranee della zona Sin/Sir. L’accordo si rende necessario per poter completare lo studio idrogeologico generale con l’approfondimento delle qualità idrochimiche delle acque sotterranee e nel contempo definire il progetto di bonifica delle acque sotterranee, facendo permanere nelle competenze dei privati la caratterizzazione e la bonifica dei terreni.
«Si tratta di un passaggio importante dal punto di vista dello sviluppo sostenibile di queste aree, per troppo tempo sottoposte a un vincolo che non ne ha consentito il pieno sviluppo economico e occupazionale», commenta l’assessore allo Sviluppo economico Gianfranco Simoncini.
Con la seconda decisione, la Giunta intende verificare con la Regione Toscana e gli altri firmatari (Comuni di Massa, Carrara, Collesalvetti, Piombino e Orbetello, Ausl Toscana Nord-Ovest, Ausl Sud-Est, Arpat, Ars, Ispro, Irpet, Isc-Cnr) lo stato di avanzamento dell’accordo sottoscritto nel gennaio 2020 per il coordinamento delle azioni per il miglioramento della tutela ed il controllo della salute della popolazione e dell’ambiente dei Comuni delle aree Sin della Toscana.
«Riteniamo fondamentale promuovere un’azione congiunta delle istituzioni per garantire e monitorare la salubrità dell’ambiente nel nostro territorio, avvalendoci anche di strumenti fondamentali come lo studio “Sentieri” che deve essere periodicamente aggiornato e i cui risultati devono essere condivisi con i cittadini – osserva l’assessora all’Ambiente Giovanna Cepparello – Le azioni dell’accordo sono tese da un lato a dare un beneficio alle aziende già presenti, oltre che a rendere le aree più appetibili per aziende che volessero insediarsi sul territorio. Su questo aspetto è in atto anche un confronto con le associazioni di categoria (e in particolare con Confindustria)».
Nel merito, come ricordato recentemente da Greenpeace, ad oggi l’area del Sin di Livorno «è di pertinenza Eni per il 95%». È dunque evidente come su questa fetta di territorio s’incrocino in modo diretto l’esigenza di bonifica con quella di transizione ecologica della raffineria verso produzioni più sostenibili, perché un abbandono dell’impianto renderebbe ancora più complicato l’effettivo recupero dell’area.
Sotto questo profilo desta particolare interesse la tecnologia waste to chemical presentata nei mesi scorsi dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa insieme a NextChem – controllata della multinazionale italiana Maire Tecnimont –, in grado di ricavare idrogeno e metanolo da rifiuti che altrimenti sarebbero termovalorizzati, smaltiti in discarica e/o esportati, ponendo al contempo le basi per la creazione di un Distretto circolare verde dove oggi c’è una raffineria che non solo non bonifica, ma rischia anche di chiudere unendo il disastro ambientale a quello sociale.