Dal Politecnico di Milano lo Smart mobility report: per raggiungere il target al 2030 servono 200 miliardi di euro

Auto elettrica, numeri ancora piccoli in Italia ma quest’anno crescita da record

Nel bel mezzo della pandemia sono stati immatricolati 30mila veicoli, ovvero il 155% in più del 2019. Punti di ricarica a quota 16mila

[30 Ottobre 2020]

Accontentiamoci del trend. Le auto elettriche sono – secondo lo Smart Mobility Report 2020 appena pubblicato dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano –  un mercato in controtendenza, in tempi di contrazione pandemica. Tanto che se non fossero numeri piccolissimi, si potrebbe parlare, in termini percentuali, di un vero e proprio boom. Perché proprio nel bel mezzo della pandemia sono cresciute di oltre un punto percentuale sul totale del venduto (3%), raggiungendo quota 30mila auto immatricolate tra gennaio e settembre, ovvero il 155% in più del 2019. Il tutto mentre il settore automotive in Italia, nei primi 9 mesi del 2020, ha finora segnato 972.000 immatricolazioni, in virtù di un calo del 34% rispetto allo stesso periodo del 2019 (1,4 milioni).

Piccoli numeri, quindi, ben lontani dagli obiettivi del 2030 (tra appena 10 anni), fissati a 6 milioni di auto elettriche. Ma è un dato di fatto che il mercato stia sorridendo alle auto elettriche – “full-electric”, sempre più apprezzate, e “ibride plug-in”.

“Tra i fattori che hanno favorito la crescita – commenta Simone Franzò, Direttore dell’Osservatorio Smart Mobility dell’E&S Group – ci sono certamente il rafforzamento degli incentivi all’acquisto, l’incremento dei modelli “elettrificati” (88 al primo semestre 2020, di cui 50 PHEV e 38 BEV, in totale 26 in più rispetto all’anno prima) offerti in Italia dalle case automobilistiche, che hanno rivisto al rialzo i target di vendita dei prossimi anni, e l’ulteriore aumento dell’infrastruttura di ricarica: i punti di ricarica pubblici e privati a uso pubblico ad agosto erano oltre 16.000, il 20% in più rispetto a fine 2019”.

“Tuttavia – continua Franzò – parliamo di cifre ancora modeste: il Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC) fissa a 6 milioni le auto elettriche che dovrebbero circolare in Italia nel 2030, a fronte delle attuali 70.000. Se vogliamo raggiungere o addirittura superare questi obiettivi si stima che debbano essere investiti nei prossimi 10 anni circa 200 miliardi di euro, tra autovetture e infrastrutture di ricarica, opportunamente favoriti, quantomeno nel breve periodo, da meccanismi di supporto adeguati. Le condizioni di contorno create dai policy maker e dagli operatori incideranno in maniera significativa: agire in maniera sinergica su tutti i fattori è condizione necessaria per consentire al nostro Paese di collocarsi ai primi posti in Europa, con evidenti ricadute positive sulla filiera e su tutto il sistema-Paese”.

Il Trentino Alto Adige si dimostra la regione a maggior sviluppo della mobilità elettrica, considerando che ogni 100.000 abitanti a fine 2019 contava 40 auto elettriche immatricolate e 35 punti di ricarica. All’estremo opposto, diverse regioni del Sud Italia risultano invece «deficitarie» con riferimento ad entrambe le dimensioni d’analisi.

A livello mondiale, invece, nel 2019 sono stati immatricolati quasi 2,3 milioni di passenger cars e light duty vehicle elettrici (+9% rispetto al 2018), cioè il 2,5% del totale, in crescita dello 0,3% (meno del +1% registrato tra 2017 e 2018) e sufficienti a far salire lo stock complessivo di questi autoveicoli a 7,5 milioni.

La Cina resta il più grande mercato mondiale, con quasi 1,2 milioni di autoveicoli immatricolati nel 2019 (+3% rispetto al 2018), il doppio dell’Europa.

Per quanto riguarda gli altri macro-trend della “smart mobility”, va detto che la diffusione del car sharing è in continua crescita a livello sia internazionale che italiano, dove nel corso del 2019 si registra un parco circolante di 8.200 veicoli, il 25% dei quali elettrici (in crescita nel biennio) e l’85% di tipo «free floating».  Per quanto riguarda gli scooter, circa 38.200 in circolazione in Europa, la quota a trazione elettrica rappresenta ben il 97%. L’Italia, con oltre 5.000 unità quasi tutte elettriche, ricopre il 15% della flotta europea. Il bike sharing in Europa registra un record di crescita del 257% sul 2018, con 250.000 biciclette a fine 2019. In Italia, risultano su strada 33.000 bici condivise, di cui meno del 20% a trazione elettrica.

Uno dei punti di criticità per lo sviluppo dell’auto elettrica, di cui si parla da decenni, è la ricarica. O meglio, i punti di ricarica. A fine 2019, spiegano nella nota dello Smart Mobility Report 2020, erano 860.000 i punti presenti a livello mondiale (+59% sul 2018), con la Cina in testa.  In Europa se ne contavano circa un quarto, 210.000 (+38%), il 90% del quali “normalcharge”.Un trend emergente, seppur ancora limitato, riguarda la diffusione dell’infrastruttura di ricarica “ultra-fast”, con potenza di ricarica superiore a 100 kW, che a fine 2019 in Europa (escludendo la rete di Supercharger Tesla) contava 780 punti equipaggiati con connettore CCS Combo 2, il 34% dei quali in Germania e appena l’1% in Italia. Tuttavia, è prevista una forte espansione della rete, che in 2-3 anni dovrebbe raggiungere gli 8.000 punti di ricarica.

In Italia, a fine 2019 erano 9.100 i punti di ricarica pubblici (+170% sul 2018, un ritmo di oltre 100 punti percentuali superiore allo scenario europeo), di cui 8.300 di tipo “normalcharge”, cresciuti del 191% rispetto al +51% dei “fast charge”. Considerando i punti di ricarica pubblici e privati ad accesso pubblico, ad agosto 2020 se ne contavano in Italia circa 16.000, distribuiti in maniera disomogenea tra le Regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Toscana sono le uniche con più di 1.500 punti di ricarica) e con una netta prevalenza (60-65%) di installazioni in ambito urbano, su strada o in parcheggi pubblici, in lieve calo nel mix rispetto allo scorso anno (-5/10%).