Nuovo studio di MOTUS-E
Auto elettriche, il futuro passa dai punti di ricarica e da una regia nazionale
Due gli scenari ipotizzati per lo sviluppo del settore, ma servono investimenti e volontà
[30 Ottobre 2020]
Auto elettriche e punti di ricarica. Senza i secondi, il futuro delle prima non sarà mai un granché. Il binomio è inscindibile, la prova empirica è semplice: immaginate le auto a benzina che circola e riducete i distributori del 95%… risultato? File lunghissime e auto ferme.. Il punto però è questo: se si punta sullo sviluppo dell’auto elettrica, bisogna che la rete di ricarica sia adeguata, altrimenti è tutto inutile.
Per questo “sarebbe opportuno a questo scopo costituire una regia nazionale, di coordinamento tra Governo centrale, amministrazioni locali e stakeholder di settore che possa pianificare con strumenti adeguati la crescita infrastrutturale per arrivare alla redazione di un PNIRE rivoluzionato nella governance e nelle modalità di erogazione dei finanziamenti”.
Chi lo dice? MOTUS-E, nel corso di un webinar pubblico realizzato in collaborazione con Strategy& PwC a cui hanno partecipato i rappresentanti degli operatori di ricarica associati Acea, Assopetroli-Assoenergia,Axpo, A2A, BeCharge, Edison, Enel X, eNeogy, ha presentato il report“Il futuro della mobilità elettrica: l’infrastruttura di ricarica in Italia @2030”, con il quale tenta di disegnare quali saranno i possibili scenari del settore.
“Con questo studio – dichiara il Segretario Generale di MOTUS-E Dino Marcozzi -vogliamo fornire una fotografia dettagliata del quadro attuale e delle prospettive future sulla mobilità elettrica a servizio di tutti gli stakeholder coinvolti. Nonostante la pandemia da COVID-19, quest’anno arriveremo a 28.000 vetture elettriche in Italia quasi triplicando le vendite del 2019 e superando di gran lunga le nostre stesse previsioni. Questo trend ci conferma che sarà sempre più importante mettere a disposizione degli automobilisti una adeguata rete di infrastrutture di ricarica pubblica e agevolare le procedure di installazione delle ricariche private. Dobbiamo contribuire a sostenere la crescita delle auto elettriche con piani infrastrutturali adeguati alle ambizioni”.
Oggi in Italia – spiegano – l’attuale crescita del mercato e dell’offerta delle auto elettriche mostrano che la mobilità elettrica rappresenta lo 0,2% del parco circolante.Un tema che affrontiamo anche in un altro articolo di oggi. Ma “per quanto riguarda la ricarica, nel nostro Paese si contano circa 8.500 Infrastrutture di ricarica (IdR) con circa 16.700 relativi punti di ricarica (PdR)”. Per capirci i distributori di benzina sono 21.000, ma è ovvio che i tempi di rifornimento sono assai diversi e così anche la logistica.
Lo scenario di sviluppo del mercato degli autoveicoli al 2030 ipotizzato da MOTUS-E prevede circa 4,9 mln di veicoli elettrici , e per le Infrastrutture di ricarica, invece, si ipotizzano due scenari.
Il primo “Customer experiencefocused”, ovvero mira a migliorare significativamente l’esperienza di ricarica dell’utente rispetto al livello attuale, prevede uno sviluppo della rete di ricarica pubblica complementare alla rete privata. Ovvero: 42% di ricarica privata domestica, un 30% di ricarica condivisa edun restante 28% di ricarica pubblica, con 98.000 punti di ricarica.
Il secondo scenario, denominato “Proximityfocused”, cioè basato sulle esigenze di prossimità della ricarica rispetto all’utente (e quindi una maggior copertura), prevede una rete di IdR in cui trovano più spazio punti di ricarica pubblici a bassa potenza. Questo scenario ipotizza che il 62% del fabbisogno energetico verrà soddisfatto con ricariche private e condivise, 32% e 30% rispettivamente, ed il 38% con ricariche pubbliche.
Gli autori dello studio – MOTUS-E è un’associazione costituita da operatori industriali, mondo accademico e associazionismo con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia attraverso il dialogo con le Istituzioni, il coinvolgimento del pubblico e programmi di formazione e informazione – spiegano che c’è un’assoluta necessità “di una rete di ricarica ad alta potenza estesa e diffusa al 2030, che garantirà la copertura di autostrade e strade extraurbane, così come lo sviluppo di “Huburbani” per la ricarica veloce”. Si ipotizzano circa 31.000 PdR ad alta potenza nello scenario “Customer experiencefocused” mentre circa 19.000 PdR nello scenario “Proximityfocused”.
Entrambi gli scenari “rappresentano una sfida per gli operatori ma sono affrontabili per il sistema elettrico. È evidente che l’elettrificazione è comunque un fattore che imporrà investimenti sulle reti di distribuzione e trasmissione, ma la rete IdR già oggi, come dimostrato dal lavoro svolto nei Focus Group ARERA, può dare un contributo all’ottimizzazione delle utenze in termini di potenza e tempi di ricarica. Tale contributo sarà ancora più importante in futuro in base alla crescita del numero di infrastrutture”.