«Accrescere la visibilità del settore e dell’Associazione presso le pubbliche amministrazioni»
Barberi confermato presidente Anpar: tre punti per crescere nel riciclo degli inerti
«Avviare a soluzione i problemi del mercato degli aggregati riciclati, se si vuole dare pieno impulso all’economia circolare»
[4 Novembre 2021]
In Italia si generano ogni anno 70 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione, e non c’ una frazione di rifiuti che pesi più di questa: rappresenta il 45,5% dei rifiuti speciali e oltre il doppio di tutti i rifiuti urbani, quelli che raccogliamo in modo differenziato (solo parte, imballaggi e umido) nelle nostre case. Il riciclo degli inerti rappresenta dunque una parte fondamentale nell’economia circolare del Paese, a guidare la quale è stato chiamato per un altro triennio l’imprenditore classe ‘63 Paolo Barberi.
Barberi è stato infatti confermato alla presidenza di Anpar, l’Associazione nazionale produttori di aggregati riciclati che aderisce a Fise Unicircular, a sua volta rappresentanza di riciclatori italiani.
«Sono onorato per la fiducia che l’Assemblea mi ha accordato, un riconoscimento del buon lavoro svolto insieme al Consiglio direttivo e da tutta la struttura (tecnica, amministrativa e di comunicazione) che oggi compone una squadra capace di cogliere gli spunti che arrivano dal mercato e di affrontare i numerosi problemi segnalati dalle aziende», commenta a caldo Barberi, che dal 1993 è alla guida di Eco Logica 2000, azienda che ricicla rifiuti inerti e recupera rifiuti non pericolosi.
In tutti questi anni molto è cambiato nel riciclo degli inerti, ma tanto altro resta da sviluppare. In particolare, per il nuovo mandato alla guida di Anpar sono tre le linee d’intervento annunciate da Berberi: da una parte collaborare col ministero della Transizione ecologica, sia per arrivare finalmente alla pubblicazione del regolamento End of waste sui rifiuti inerti, sia per l’altrettanto atteso decreto sui Criteri ambientali minimi (Cam) per strade e infrastrutture; dall’altra, promuovere i progetti promossi con Federbeton e Atecap per l’uso dei prodotti riciclati per il confezionamento di calcestruzzo e per la produzione di cemento.
Stando ai dati riportati dall’Ispra nel suo ultimo report sui rifiuti speciali, l’economia circolare degli inerti sembra già a buon punto: guardando ai rifiuti da costruzione e demolizione la percentuale di recupero in teoria è già al 78,1%, abbondantemente sopra l’obiettivo europeo (70% entro il 2020).
Indubbiamente non mancano le eccellenze industriali nel comparto, ma secondo Legambiente il sistema-Paese in realtà deve crescere ancora molto sotto questo profilo.
Come testimoniano dal Cigno verde nel Rapporto cave 2021, rispetto agli altri grandi Paesi europei «la produzione in Italia di aggregati riciclati e artificiali utilizzabili al posto di materiali da cava è molto ridotta», e i dati italiani riportati da Ispra «non sono credibili». Nella pratica, infatti, quel 78,1% «indica solamente che questi rifiuti sono passati, e quindi sono stati registrati, in un apposito impianto. Si tratta quindi di materiali recuperati ma poi stoccati senza alcun reimpiego effettivo. Purtroppo la verità è che gran parte dei rifiuti da C&D non è dichiarata e viene ancora oggi abbandonata illegalmente sul territorio. Anche perché nelle statistiche ufficiali solo le imprese di una certa dimensione vengono incluse».
Rafforzare la filiera industriale di settore rappresenta dunque una sfida, non solo sotto il profilo ambientale ma anche per quello socioeconomico: sempre secondo Legambiente «gli studi evidenziano come nel settore degli inerti la filiera del riciclo garantisca almeno il 30% di occupati in più a parità di produzione», e di fatto «si può arrivare a recuperare il 99% di materiali dalle demolizioni selettive di edifici, da riutilizzare e trasformare creando nuove imprese nei territori».
Per farlo occorre maggiore attenzione da parte delle istituzioni, come del dibattito pubblico e politico. «Ritengo che soprattutto in questa fase di pianificazione di investimenti che riguardano direttamente o indirettamente il nostro comparto produttivo – commenta non a caso Barberi –, sia necessario avviare a soluzione i problemi del mercato degli aggregati riciclati, se si vuole dare pieno impulso all’economia circolare. Ciò potrà avvenire lavorando anche per accrescere la visibilità del settore e dell’Anpar presso le pubbliche amministrazioni e rafforzando ulteriormente il livello di affidabilità che abbiamo guadagnato sul campo».