Blitz di Greenpeace contro la Conferenza europea del gas: «Basta crimini fossili»

«L'industria dei combustibili fossili si riunisce a porte chiuse per stringere accordi pericolosi che lasceranno dietro di sé una scia di distruzione del clima globale, lontano dagli occhi del pubblico»

[28 Marzo 2023]

Stamattina degli attivisti di Greenpeace hanno steso un enorme manifesto con scritto “End fossil crimes” (Basta crimini fossili) sulla facciata del Marriott Hotel di Vienna, dove è in corso la XVI della Conferenza europea del gas.

Il blitz ambientalista è pensato per protestare contro i piani dell’industria dei combustibili fossili, chiedendo alle imprese di settore di assumersi le responsabilità dei crimini perpetrati contro le persone e l’ambiente.

«L’industria dei combustibili fossili si riunisce a porte chiuse per stringere accordi pericolosi che lasceranno dietro di sé una scia di distruzione del clima globale, lontano dagli occhi del pubblico”ì», dichiara nel merito Lisa Göldner, portavoce della campagna Fossil free revolution di Greenpeace Europa.

L’azione diretta e non violenta di Greenpeace avviene a pochi giorni dalla pubblicazione da parte di Greenpeace Olanda del Fossil fuel crime file: proven crimes and credible allegations, un inventario di reati penali, civili e amministrativi commessi dall’industria dei combustibili fossili, nonché di accuse credibili nei loro confronti, dal 1989 a oggi. Tra i reati elencati, il più comune nell’industria dei combustibili fossili è la corruzione.

«Questa conferenza – aggiunge Göldner – è l’ennesimo tentativo di greenwashing da parte delle multinazionali fossili che, nonostante lampanti prove scientifiche, continuano a spacciare il gas come una soluzione sostenibile. Chiediamo che queste aziende interrompano i nuovi progetti che prevedono l’uso di combustibili fossili e inizino a pagare per i crimini contro le persone e contro l’ambiente di cui sono responsabili».

In particolare, Greenpeace chiede ai governi europei di fissare con urgenza una data entro il 2035 per una rapida uscita dalle fonti fossili, incluso il gas, in modo da rispettare l’Accordo di Parigi ed evitare una catastrofe climatica.

Si tratta di una richiesta coerente con lo stato dell’arte della crisi climatica in corso, delineato nei giorni scorsi dagli scienziati del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc).

Da una parte le emissioni di CO2 previste dalle infrastrutture esistenti per i combustibili fossili senza un ulteriore abbattimento supererebbero il budget di carbonio rimanente di 1,5°C (50%); dall’altra, tutti i percorsi globali simulati che limitano il riscaldamento a 1,5°C (>50%) con un overshoot nullo o limitato, e quelli che limitano il riscaldamento a 2°C (>67%), implicano riduzioni delle emissioni di gas serra rapide e profonde e, nella maggior parte dei casi immediate, in tutti i settori in questo decennio.