Bonus edilizi, tre proposte per rimediare all’insensato taglio del Governo in legge di Bilancio

Coordinamento free: «La manovra approvata dal Consiglio dei Ministri in merito al pacchetto detrazioni non solo non risponde a un percorso di sostenibilità, ma non si fonda nemmeno su un reale presupposto economico»

[2 Novembre 2021]

A partire da questa settimana il Parlamento ha l’opportunità di migliorare il ddl approvato dal Governo nei giorni scorsi per delineare la legge di Bilancio 2022, dove i bonus per l’edilizia sono stati decurtati senza ragione apparente, dal punto di vista sia economico sia ambientale.

«Il pacchetto detrazioni fiscali si è rivelato negli anni come una delle politiche più efficaci nel nostro Paese, che ha consentito di realizzare, nel solo periodo 2014-2019, risparmi energetici cumulati di 8 Mtep», osservano nel merito dal Coordinamento Free – ovvero la più grande associazione nel campo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica del nostro Paese – e tutto lascia supporre che questi benefici potrebbero continuare senza porre particolari problemi per le casse dello Stato. Anzi.

Secondo l’analisi d’impatto economico relativamente Superbonus 110%, elaborata da Open Economics e Luiss Business School e resa nota dallo stesso Governo a inizio anno, a fronte di un aumento della spesa per edilizia abitativa pari a 8,75 miliardi nel triennio 2020-2022 «si registrerebbe un incremento del valore aggiunto complessivo per il Paese di 16,64 miliardi nel periodo di attuazione del provvedimento e un ulteriore incremento di 13,71 miliardi negli 8 anni successivi, a fronte di un impatto netto attualizzato sul disavanzo pubblico pari a -811 milioni di euro». E si tratta di cifre conservative.

«Tale stima deve tuttavia essere letta con cautela – argomenta infatti lo studio – Non solo per l’incertezza che riguarda l’incremento della spesa per edilizia abitativa, ma anche perché a fronte di un determinato importo delle detrazioni, che ha un riscontro quantitativo ben preciso sul disavanzo pubblico, la variazione delle entrate dovuta all’espansione del valore aggiunto è incerta, in quanto legata ai risultati della simulazione. È opportuno anche sottolineare che l’analisi ha messo in rilievo un effetto significativo sull’economia sommersa e che tale effetto potrebbe tradursi in significativi benefici conseguenti all’emersione di base fiscale».

Ecco dunque perché dal Coordinamento Free sottolineano che la manovra approvata dal Consiglio dei ministri in merito al pacchetto detrazioni «non solo non risponda al percorso di sostenibilità previsto dall’Accordo di Parigi sul clima e dagli obiettivi comunitari, ma non si fondi nemmeno su un reale presupposto economico, per quanto cerchi apprezzabilmente di dare continuità almeno ad alcune misure del pacchetto detrazioni».

La possibilità di migliorare il testo c’è ancora, e per farlo dal Coordinamento Free avanzano tre proposte in particolare: garantire che cessione del credito e sconto in fattura rimangano disponibili per tutte le misure del pacchetto, in quanto principale strumento di garanzia dell’efficacia delle misure stesse; togliere il limite di reddito sul superbonus sulle le abitazioni singole, ipotizzando semmai criteri di accesso più stringenti del salto di due classi; assicurare continuità per almeno cinque anni a tutte le misure del pacchetto detrazioni, incluso il sismabonus, premiando gli interventi più meritevoli in termini di decarbonizzazione.

«Si tratta di un’occasione unica di coniugare crescita, obiettivi di risparmio, sostenibilità, comfort e salubrità degli edifici, qualificazione degli operatori, occupazione, che sarebbe un peccato sacrificare sulla base del conto economico di breve periodo, quando l’analisi di medio periodo mostra indicatori economici ed energetici positivi.  Governo e Parlamento possono cogliere questa opportunità nell’interesse di cittadini e imprese», concludono dal Coordinamento.