Il sindaco Vagaggini: «Speriamo che le ottime relazioni intercorse in questi anni proseguano»

Cambiano i vertici di Floramiata, l’azienda che coltiva piante tropicali grazie alla geotermia

L’aspetto della gestione energetica e del suo migliore utilizzo è stato delegato a Mirko Bravi, fondatore della Lms Energia

[12 Agosto 2020]

Dopo tre anni di intenso lavoro da parte dell’ad uscente, Marco Cappellini, l’assemblea dei soci di Floramiata ha individuato un pool di quattro soci cui delegare la gestione aziendale. Un’operazione che dall’azienda dichiarano avvenuta «nell’ambito del normale avvicendamento previsto dallo statuto ha espresso la volontà di incentivare ancora di più la crescita e lo sviluppo dell’azienda agendo su linee di innovazione tecnica, commerciale, energetica e finanziaria».

A Nino Barile fondatore della F.lli Barile S.p.A., leader internazionale nel commercio di fiori recisi, è stata data la delega per la guida del settore commerciale; l’aspetto finanziario è stato delegato a Romano Dainelli responsabile della Findeco Spa, Gruppo toscano che da 25 anni si occupa di investimenti immobiliari ma anche di innovazione in diversi settori industriali; il settore produzione sarà seguito da Michele Bisceglia,titolare di un dell’omonima impresa floricola leader nella coltivazione di piante fiorite; l’aspetto della gestione energetica e del suo migliore utilizzo è stato infine delegato a Mirko Bravi, fondatore della Lms Energia, società impegnata nell’ottimizzazione dei costi energetici e nella sostenibilità ambientale.

«Una compagine che per Floramiata rappresenta – dichiarano dall’azienda – la migliore premessa tecnica ed economica che in prosecuzione e in continuità del percorso di collaborazione con i lavoratori e il territorio, già posti in atto nella precedente gestione, potrà conseguire i giusti primati produttivi ed economici spettanti ad un’azienda leader del settore florovivaistico».

La strada tracciata in questi ultimi anni è ambiziosa. Floramiata punta ad essere la prima carbon-free d’Europa, in primis impiegando una fonte rinnovabile come la geotermia che già oggi riscalda circa 30 ettari di serre dove – alle pendici del monte Amiata – crescono piante tropicali con un risparmio di circa 50mila tonnellate l’anno di CO2. Una sostenibilità che premia anche dal punto di vista occupazionale: rispetto ai 78 dipendenti iniziali oggi Floramiata ha una forza lavoro di 142 persone, per lo più residenti nell’area amiatina o zone immediatamente limitrofe, preferenza dell’azienda nella scelta dell’assunzioni.

«Siamo venuti a conoscenza dell’avvicendamento dell’ad Cappellini con un pool di quattro soci – commenta nel merito il sindaco di Piancastagnaio Luigi Vagaggini, intervenendo sulle pagine del quotidiano locale Il Tirreno – Speriamo che le ottime relazioni intercorse in questi anni fra Cappellini e il Comune proseguano anche col cambio della dirigenza. Per noi e per tutta l’Amiata, Floramiata è una presenza di prestigio e un contenitore non indifferente di posti di lavoro. Come Comune ci siamo sempre prodigati perché Floramiata avesse vantaggi importanti a operare nella nostra montagna e credo che anche solo il vapordotto per la cessione di calore geotermico ne sia esempio lampante. Auspichiamo, dunque, che non ci sia nessuna riduzione di personale, e anzi che lo stesso venga incrementato. Al momento, però, non sappiamo nulla a riguardo e speriamo in un rapido abboccamento coi vertici aziendali».