Cgil e Regione Toscana insieme per difendere la sanità pubblica, oltre 60mila firme raccolte
Rossi: «Negli ultimi anni sono stati fatti tagli esagerati sulla sanità, 37 miliardi di euro in meno spesi nel privato e che non tutti si possono permettere. In Italia ci sono oramai 12 milioni di persone che non si curano più adeguatamente»
[5 Dicembre 2023]
Mentre è in corso lo sciopero nazionale di medici, dirigenti sanitari e infermieri – con un livello d’adesione stimato all’85% – la Cgil ha consegnato alla Regione Toscana le prime 60mila firme raccolte tra i cittadini a difesa della sanità pubblica.
«Negli ultimi anni sono stati fatti tagli esagerati sulla sanità – spiega il segretario generale della Cgil Toscana, Rossano Rossi – 37 miliardi di euro in meno, spesi nel privato e che non tutti si possono permettere. In Italia ci sono oramai 12 milioni di persone che non si curano più adeguatamente. Per risolvere i problemi della sanità servono buone idee e volontà ma anche risorse. Invece si taglia e la Toscana, proprio perché tra le poche regioni che ancora investono di più nel pubblico, rischia di essere paradossalmente più penalizzata».
In particolare, la mobilitazione pubblica è nata a sostegno della proposta di legge nazionale – elaborata in seno alle Regioni Emilia Romagna e Toscana – che chiede di portare strutturalmente, in quattro anni, al 7,5% del Pil il finanziamento annuo statale del servizio sanitario nazionale.
«Oggi in Italia solo il 6,2% del Pil nazionale è destinato alla sanità – argomenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – Nel 2020 era il 7,2%: un punto percentuale in meno in tre anni, di fronte a prezzi e costi che a causa dell’inflazione sono aumentati. In Germania e in Francia riservano alla sanità il 9 per cento del Pil. Noi chiediamo di allinearci almeno alla media europea».
L’obiettivo, dopo le prime 60 mila raccolte nei gazebo e in piazza, è di arrivare on line complessivamente a 100 mila: si potrà firmare fino a metà dicembre, all’indirizzo change.org/impazienti.
«Rigraziamo la Cgil – commenta l’assessore al Diritto alla salute, Simone Bezzini – per aver portato tra le persone la nostra proposta di legge, facendo loro comprendere che in questo momento storico c’è bisogno di una grande mobilitazione unitaria e popolare a difesa della sanità pubblica e per destinarvi maggiori risorse. Altrimenti il sistema scivola verso il privato e noi non lo vogliamo».