Oltre 300mila mc di rifiuti da smaltire e 80mila ton da riciclare (altrove)

Col fallimento Rimateria a rischio anche la strada 398 e la bonifica dell’area Enel

A Sinistra: «Da oltre sei mesi tutte le autorità sono a conoscenza di queste richieste di conferimento di rifiuti locali pervenute a Rimateria, ma nonostante questo è stata fatta fallire»

[14 Giugno 2021]

Ancora dal Tribunale di Livorno non è neanche arrivato il nome del curatore, ma l’annunciato fallimento di Rimateria sembra già mettere alle corde ogni velleità di economia circolare in Val di Cornia.

Mentre qualcuno chiedeva a Rimateria la missione impossibile di sostituirsi ai soggetti preposti per le bonifiche del Sin che Piombino aspetta da almeno due decenni, si è perso di vista quale ruolo avrebbe potuto davvero esercitare la partecipata pubblica, come rimarcato da Legambiente nelle scorse settimane: «Era chiaro che non spettava a Rimateria procedere alle rimozioni e bonifiche in quanto queste sono procedure con gare di appalto gestite da Invitalia, ma la discarica, la Tap e altri eventuali impianti sarebbero essenziali per ricevere questi materiali, trattarli, eventualmente riciclarli, commercializzarli e in parte smaltirli».

Una lettura dei fatti che oggi l’associazione A Sinistra sembra confermare con importanti dati a supporto: «Sei mesi fa Sales, aggiudicataria dei lavori di realizzazione della bretella “Geodetica-Gagno”, e l’azienda che si occupa della bonifica dell’area Enel hanno inviato a Rimateria la richiesta di preventivi per il conferimento dei rifiuti. Sales prevede di conferire in discarica oltre 300.000 metri cubi di rifiuti e di conferire altri materiali da trattare e anche riciclare. La bonifica dell’area dell’Enel produrrebbe oltre 10.000 tonnellate di rifiuti e poco meno di 80.000 tonnellate di materiale da riciclare».

Ne consegue che il fallimento di Rimateria, oltre alla realizzazione delle bonifiche – a cominciare da Città Futura e alla messa in sicurezza idraulica dell’area industriale – potrebbe adesso mettere in discussione anche la bonifica dell’area della dismessa centrale Enel di Tor del Sale e il primo lotto del completamento della strada 398, dallo svincolo della strada Geodetica al Gagno.

«I lavori di costruzione della strada 398 inizieranno a settembre – argomentano da A Sinistra – e se non si potrà mettere in una discarica di prossimità i materiali di risulta degli scavi del cantiere e conferire comunque materiale da riciclare, ci sarà un aggravio di costi di trasporto tale che potrebbe mettere in discussione la realizzazione dell’opera stessa. Inoltre viene proprio meno la possibilità di costruire la strada utilizzando materiali riciclati, derivati dalla rimozione dei cumuli stoccati sull’area Li53 e dalla bonifica di Enel. La cosiddetta “economia circolare”, che eviterebbe di consumare ancora le colline di Campiglia».

Infatti, dai dati in possesso dell’associazione solo per costruire la strada 398 «si prevedono di utilizzare 300.000 metri cubi di materiale che avrebbe potuto essere il riciclato di Rimateria», da potersi impiegare come sottofondo stradale: «Da oltre sei mesi tutte le autorità sono a conoscenza di queste richieste di conferimento di rifiuti locali pervenute a Rimateria, delle opportunità di remunerazione di queste attività e della conseguente possibilità di salvezza per la società, ma nonostante questo è stata fatta fallire», rincarano dall’associazione profilando adesso scenari poco rassicuranti.

«A questo punto – concludono da A Sinistra – sicuramente verranno alla luce tutte queste esigenze del territorio e allora, per rimediare si cercherà un privato che rilevi Rimateria. Rimateria andrà all’asta e così andrà a compimento il vero obiettivo del veto al piano: far fallire Rimateria e far subentrare un privato che avrà il solo obbiettivo di fare business senza il controllo pubblico e libero da ogni debito e che magari sarà osannato come una specie di “salvatore della patria”».