Nel 2022 al via la City farm Zero spreco, in collaborazione con Coldiretti e Comune
Con il Bilancio sociale 2020, Aisa impianti porta nell’aretino un’economia circolare a km zero
Cherici: «Impedire la realizzazione di impianti non è un atteggiamento ecologico, è l’atteggiamento dello struzzo, che nasconde la testa per non rendersi conto di quello che c’è intorno»
[16 Dicembre 2021]
La partecipata pubblica Aisa impianti, che gestisce il Polo di San Zeno per la valorizzazione dei rifiuti urbani, ha presentato il proprio Bilancio sociale 2020 “Zero spreco”, giunto alla sua quinta edizione e realizzato in collaborazione con i licei aretini.
Si tratta di un documento dalla rilevanza particolare, perché documenta gli sforzi messi in campo – durante l’anno d’innesco della pandemia – per portare nell’aretino un’economia circolare a km zero. Il principale obiettivo aziendale è infatti quello di rendere autosufficiente la provincia di Arezzo in tema di recupero dei rifiuti urbani: a conclusione del Progetto di riposizionamento dell’impianto di San Zeno, autorizzato nell’agosto 2020 dalla Regione Toscana, la provincia di Arezzo non avrà più bisogno di ricorrere ad altri impianti, permettendo così di contenere anche i costi della Tari pagata dai cittadini.
«La centrale di recupero a tutto tondo traccia una sorta di terza via – spiega Giacomo Cherici, presidente di Aisa impianti – che non vuole dire che hanno ragione quelli che dicono che si fa tutto bene con l’impianto di termovalorizzazione o si fa tutto bene con la super raccolta differenziata spinta o si fa tutto bene con la discarica. No, dice un’altra cosa. Dice che tutti questi sistemi e tutte queste tecnologie, che chiaramente devono essere a norma di legge e sviluppati, possono essere riuniti e utilizzati al meglio proprio per evitare il trasporto dei rifiuti, che sappiamo essere, da evidenti dati scientifici, il fenomeno che impatta maggiormente sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ambientale».
Gli sforzi degli aretini nella raccolta differenziata devono essere premiati da un sistema che sia in grado di valorizzare al meglio i rifiuti, mentre ad oggi a livello nazionale la situazione è molto complicata: nel 2019 in Italia sono stati generati 30,1 mln di ton di rifiuti urbani, ma 2,8 mln di ton hanno dovuto essere gestite in regione diverse da quelle di produzione. Per farlo sono stati necessari 108mila viaggi di camion, pari a 62 milioni di chilometri percorsi: ciò ha comportato l’emissione aggiuntiva di 40mila tonnellate di CO2 e 75 milioni di euro di aggravio pagato dai cittadini con la Tari (il 90% del quale a carico degli abitanti nel Centro-Sud).
«Facciamo tutti quanti la super raccolta differenziata, siamo tutti soddisfatti, poi un giorno scopriamo che una parte di quella raccolta differenziata magari è andata a finire su camion diretti a Tunisi o in Bulgaria. È quello che succede senza impianti – argomenta Cherici – Impedire la realizzazione di impianti non è un atteggiamento ecologico, è l’atteggiamento dello struzzo, che nasconde la testa per non rendersi conto di quello che c’è intorno. Perseguire la terza via è capire e comprendere esattamente che, come ci sono i prodotti a chilometro zero, il pomodoro che fa il mio vicino di casa, dobbiamo avere la capacità di trattare i rifiuti a chilometro zero: i rifiuti nati qui li dobbiamo gestire qui nel migliore dei modi, perché non è giusto che prendano l’autostrada e vadano ad inquinare altre zone. Zero Spreco, la terza via, ci insegna proprio questo: la capacità di mettere insieme tutto il buono di tutte le tecnologie in una centrale di recupero moderna che non pesi sul territorio perché restituisce al territorio tutta una serie di benefici, impedendo allo stesso tempo la migrazione dei rifiuti».
Coltivando al contempo buone pratiche sul territorio. Per il 2022, ad esempio, il programma d’azione di Aisa impianti prevede anche la costituzione di una City farm Zero spreco: ovvero, nei terreni agricoli adiacenti all’impianto di San Zeno, in collaborazione con Coldiretti e con il Comune di Arezzo, Aisa intende realizzare un luogo dove chi ha desiderio di coltivare un appezzamento di terra possa realizzare il suo progetto.