La possibile ripresa passa dal porto e dai fondi Next Generation Eu
Covid-19, quale impatto sull’economia della Toscana costiera? Il caso Livorno
Irpet: sul territorio regionale «la quantità di lavoro misurata in termini di unità di lavoro equivalente a tempo pieno si è ridotta di oltre 160 mila unità»
[16 Febbraio 2021]
In Toscana le stesse attività che nell’ultimo decennio hanno favorito la migliore tenuta dell’economia rispetto a quella di altre regioni sono adesso crollate pesantemente sotto il peso della pandemia Covid-19: le produzione di beni e servizi legate all’uso del tempo libero – dal turismo alla moda, dalle attività ricreative a quelle museali – sono adesso bloccate dal distanziamento sociale imposto per limitare i contagi. Come spiegato ieri dall’Irpet, questo si traduce in un impatto non solo economico, ma anche sociale, particolarmente grave: in Toscana «la quantità di lavoro misurata in termini di unità di lavoro equivalente a tempo pieno si è ridotta di oltre 160 mila unità».
Ma è chiaro che gli impatti negativi, come anche le possibilità di ripresa post-Covid, siano molto diverse a seconda delle aree toscane considerate. A renderlo evidente è il rapporto Gli effetti del Covid-19 sull’economia livornese, elaborato proprio da Irpet e illustrato ieri nel Palazzo comunale della città labronica.
«La Toscana centrale – evidenzia il report –, il luogo in cui si concentra la quota più rilevante della capacità produttiva del sistema che anche nel corso degli anni successivi alla crisi del 2008 ha manifestato una notevole capacità di tenuta dovuta soprattutto ai successi sui mercati internazionali sia sul fronte dei beni che del turismo; la Toscana della costa che invece ha sofferto sia per problemi storici precedenti che ne avevano in parte ridimensionato il corpo produttivi, sia per la stagnazione della domanda interna negli anni della crisi; infine le aree interne, le aree cioè distanti dai principali centri di servizi alla persona, caratterizzate da spopolamento e da un’economia spesso marginale. Ciascuna di queste aree presenta punti di forza e debolezze diverse per cui il rilancio degli investimenti necessario, dovrà in ciascuna di esse assumere un indirizzo particolare».
Secondo l’Irpet «le principali stime ad oggi disponibili prevedono un rimbalzo nel 2021 che però col passare dei giorni tende gradualmente a peggiorare soprattutto a causa del crescente clima di incertezza alimentato dalla difficile evoluzione della campagna vaccinale. Pertanto se, dopo il 2021, riprendessimo il ritmo di crescita pre-crisi – una crescita in realtà estremamente debole – ci vorranno anche in Toscana molti anni ancora per ritornare sui livelli di Pil procapite del 2019. Resta quindi essenziale che la crescita prossima ventura si posizioni su ritmi ben più alti da quelli del recente passato».
Più alti ma soprattutto più sostenibili, dove a contare non sia solo l’elemento economico ma anche la dimensione sociale e quella ambientale.
«Le conseguenze della pandemia sono state pesanti in tutta Italia e così anche a Livorno e in provincia, anche se inferiori al resto della Toscana. Questo dato non è una consolazione – sottolinea nel merito il sindaco di Livorno, Luca Salvetti – anche perché si innesta in un sistema già precario. Però possiamo avvalerci della crisi, di questo momento difficile per farne una ripartenza, muovendosi in fretta a tutti i livelli, dal porto al terziario. È proprio questo l’obiettivo di Next Generation Livorno, che è stato consegnato ai ministri del Governo Draghi: racchiude 127 progetti con investimenti che superano il miliardo di euro, unico lavoro del genere in Toscana e tra i pochi in Italia».
L’elemento imprescindibile per Livorno resta quello che da sempre ha caratterizzato l’evolversi della città, ovvero il porto: «Dalla crisi economica generata dall’emergenza Covid Livorno potrebbe avere una spinta a crescere, grazie alla presenza del porto. Il Covid ha costretto l’Europa a cambiare atteggiamento e a puntare per il rilancio dell’economia, su digitalizzazione e green economy. In questo è strategico il mare, attraverso il quale passa la globalizzazione. E Livorno, con il suo porto, può essere uno snodo importantissimo e il porto essere leva di sviluppo per la città, può essere favorevole per localizzazioni importanti», conclude il direttore di Irpet Stefano Casini Benvenuti.