Ma gli ultimi bonus dedicati alla mobilità privata assorbono il sestuplo delle risorse
Dal Mise incentivi da 300 mln di euro per produrre autobus elettrici in Italia
Giorgetti: «Rinnovare il parco circolante nelle nostre città promuovendo così una mobilità sostenibile»
[13 Aprile 2022]
Nell’ambito dei nuovi Contratti di sviluppo che supportano le filiere industriali strategiche del Paese, il ministero dello Sviluppo economico (Mise) ha aperto – dalle ore 12 del 26 aprile – i termini per l’erogazione di importanti incentivi a sostegno della mobilità pubblica e sostenibile.
In palio ci sono risorse pari a 300 milioni di euro, attinte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), destinate a promuovere lo sviluppo in Italia di una filiera industriale autonoma nel settore degli autobus, rafforzando la competitività delle imprese nella produzione di veicoli elettrici e per investimenti in ricerca e sviluppo di componentistica tecnologicamente innovativa.
I progetti dovranno inoltre rafforzare lo sviluppo dell’intera filiera produttiva di autobus, comprendendo anche quelle imprese, di piccole e medie e dimensioni, che pur non facendo parte direttamente del programma d’investimento agevolato concorreranno alla sua realizzazione.
«Con queste risorse avviamo un intervento che punta a favorire la creazione e lo sviluppo di una competitiva filiera produttiva di autobus sul territorio nazionale, in grado di intercettare sul mercato la domanda di mezzi di trasporto destinati a rinnovare il parco circolante nelle nostre città promuovendo così una mobilità sostenibile», spiega il ministro Giancarlo Giorgetti.
Più in particolare, le agevolazioni verranno concesse alle imprese che presenteranno programmi d’investimento finalizzati a realizzare prodotti innovativi e altamente tecnologici: dai sensori ai sistemi digitali, anche integrati nei singoli componenti del veicolo, per il monitoraggio continuo e la manutenzione predittiva, la guida assistita, la gestione delle flotte, la sicurezza dei trasporti e il dialogo bus-terra, nonché lo sviluppo, la standardizzazione e l’industrializzazione di sistemi di ricarica finalizzati alla produzione e diffusione di autobus elettrici.
Si tratta dunque di un’iniziativa di sostegno ad ampio spettro per una filiera tecnologica – quella della mobilità elettrica – su cui il nostro Paese mostra una bilancia commerciale fortemente sbilanciata, dipendendo di fatto dall’import di tecnologia estera: come mostrano i dati Enea, nell’ultimo anno l’Italia ha infatti maturato un deficit commerciale pari a circa 1 miliardo di euro sugli accumulatori agli ioni di litio, cui si aggiungono altri 600 mln di euro per i veicoli ibridi plug-in, mentre sui veicoli elettrici puri si registra un saldo netto solo di poco negativo.
Ciò non toglie che il comparto della mobilità privata, che guarda alle auto non solo elettriche o plug-in ma anche con motori classici (endotermici) a basse emissioni, sta ricevendo molti più sostegni di quelli rivolti dal Governo alla mobilità pubblica: l’ultimo Dpcm varato dal Governo, su proposta del ministro Giorgetti, destina infatti 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024 a incentivare l’acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni.
Posto che gli incentivi alla mobilità privata sostenibile sono realmente necessari per sostenere la transizione ecologica del comparto, è evidente che nella ripartizione delle risorse stabilita dal Governo di sostenibile c’è molto poco: mentre alla produzione di bus elettrici vanno 300 mln di euro una tantum, gli incentivi destinati alla mobilità privata nel triennio 2022-24 arrivano a oltre sei volte tanto (1.950 miliardi di euro), coi soli incentivi destinati ai veicoli privati endotermici (440 mln di euro) che superano di oltre un terzo quelli destinati agli autobus.