Il futuro dei lavori verdi in un mondo che invecchia e pieno di disoccupati
Dalla Conferenza internazionale del lavoro: «Sostenibilità ambientale fondamentale per l’occupazione»
Ryder: «I sistemi di produzione e di consumo determinanti per la sostenibilità ambientale. Il lavoro dovrà conciliare il suo futuro con quello del pianeta»
[5 Giugno 2013]
Aprendo oggi a Ginevra la 102esima Conferenza internazionale del lavoro, alla quale partecipano più di 5.000 rappresentanti dei governi, imprenditori e lavoratori, Guy Ryder, direttore generale dell’International Labour Organisation (Ilo) ha detto che «Il mondo del lavoro si sta trasformando più velocemente e più profondamente che mai a causa dei rapidi cambiamenti demografici e della tecnologia, della crescente disuguaglianza, della povertà e della lenta ripresa economica. Questi problemi pongono sfide per raggiungere l’obiettivo di un lavoro dignitoso per tutti. La domanda più importante, quella fatta ovunque e con crescente urgenza e talvolta allarme, è “Da dove possono venire i posti di lavoro?”, il più delle volte una domanda che riguarda la situazione dei nostri giovani».
Fino al 11/4 giugno i delegati dell’Ilo discuteranno delle 7 iniziative «Per una risposta lungimirante e strategica alla crisi» delineate da Ryder, che ha spiegato: «Una Governance Initiative continuerà il processo di riforma all’interno dell’Ilo iniziato l’anno scorso. Un meccanismo di standards review aggiornerà e migliorerà la pertinenza del corpo di norme internazionali del lavoro, il sistema globale degli strumenti dell’Ilo in materia di lavoro e di politica sociale. L’Ilo ha bisogno di impegnarsi di più con le imprese. Un’organizzazione che deve connettersi meglio con le realtà del business e rispondere al meglio alle esigenze ed alle situazioni del business, dovrebbe fare sforzi per impegnarsi con le imprese. Francamente, arriviamo a questo compito molto tardi. Non dobbiamo ritardare ulteriormente la messa a punto di questo tema».
Altre 4 proposte riguardano: posti di lavoro verdi, riduzione della povertà, lavoro femminile e futuro del lavoro. Per quanto riguarda la Green Initiative, Ryder ha detto che «L’Ilo deve essere al centro della scena negli sforzi internazionali per assicurare il futuro a lungo termine del pianeta. Che ci piaccia o no, i sistemi di produzione e di consumo sono fattori determinanti e cruciali della sostenibilità ambientale, e il mondo del lavoro dovrà fare sforzi senza precedenti per conciliare il suo futuro con quello del pianeta». Ma l’Ilo «Deve anche svolgere più pienamente un ruolo per mettere fine alla povertà estrema nel mondo entro il 2030 e per eliminare il pericolo che la povertà costituisce ovunque».
La Women at Work Initiative invece ha lo scopo di «Correggere il persistente e profondo svantaggio affrontato da molte donne nel mondo del lavoro. Questa è una politica sociale ed economica necessaria e buona».
La delegazione sindacale italiana, sulla base della rotazione concordata tra Cgil, Cisl e Uil, vede il delegato assegnato alla Uil. Per la Cgil seguono il lavori della conferenza Silvana Cappuccio (che parteciperà alla Commissione sull’applicazione delle norme) e da Simona Fabiani (Commissione su sviluppo sostenibile, lavoro dignitoso e lavori verdi).
La Cgil sottolinea che la discussione generale di una delle tre commissioni tecniche riguarderà l’occupazione e la protezione sociale nel nuovo contesto demografico, «Caratterizzato principalmente da una diminuzione della fertilità e da un aumento della speranza di vita a livello mondiale, e, di conseguenza, da un invecchiamento della popolazione. Questa tendenza riguarda sia i Paesi industrializzati che quelli in via di sviluppo, ma in proporzioni e a scadenze differenti. Nel 2050, si prevede che la popolazione con più di 65 anni sarà triplicata e la popolazione con meno di 15 anni si sarà stabilizzata. Ciò avrà come conseguenza l’invecchiamento della popolazione mondiale. Questo nuovo contesto demografico ha profonde ripercussioni sulle politiche dell’occupazione e della protezione sociale. Infatti, inciderà su questioni quali: la carenza di manodopera e di competenze, la produttività e la retribuzione, la povertà e il settore informale, la copertura della protezione sociale, la sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale, le migrazioni e molte altre questioni che richiedono misure strutturali, adeguate e a lungo termine. Peraltro, la crisi finanziaria mondiale e il forte calo della domanda globale hanno aggravato la situazione dei mercati del lavoro e comportato un aumento della disoccupazione e sottoccupazione in tutti i gruppi di popolazione».
Su questo punto l’Ilo ha elaborato un Rapporto, da utilizzare come base per la discussione, nel quale viene affrontata la questione della sfida demografica da una prospettiva integrata dell’occupazione e della protezione sociale, ed esaminando i dati statistici aggiornati sulle tendenze dei cambiamenti demografici e del mercato del lavoro. Sulla base delle tendenze a lungo termine, il Rapporto analizza le principali sfide e opportunità socioeconomiche derivanti dai cambiamenti demografici, tenendo conto del contesto nazionale e della fase di transizione demografica e fornisce, altresì, un’analisi aggiornata delle iniziative intraprese e della gamma di opzioni disponibili e possibili.
Una seconda Commissione tecnica si occuperà dello sviluppo sostenibile, del lavoro dignitoso e dei lavori verdi. La Cgil ricorda che «L’ultima volta che la Conferenza ha esaminato questo tema risale al 1990. In quell’occasione, la Conferenza ha adottato una Risoluzione su “l’ambiente, lo sviluppo, l’occupazione e il ruolo dell’Ilo”. Nelle sue linee generali, questa Risoluzione rimane ancora pertinente. Sono invece cambiate, considerevolmente, le sfide ambientali e sociali, la conoscenza acquisita sulle interrelazioni esistenti tra sostenibilità ambientale, occupazione, protezione sociale e reddito, nonché la volontà politica di operare su queste interrelazioni.
Negli ultimi due decenni si è registrato un continuo depauperamento delle risorse naturali, un aumento dei livelli di inquinamento e dei cambiamenti climatici, associati a livelli senza precedenti di disoccupazione e a fenomeni persistenti di povertà ed esclusione sociale dei lavoratori. Preservare l’ambiente naturale ed assicurare a tutti l’accesso ad un lavoro dignitoso sono le grandi sfide del XXI secolo. La persistente crisi economica mondiale ha aggravato i problemi ambientali e sociali, però, nello stesso tempo, è stata ampiamente riconosciuta l’importanza fondamentale che riveste il lavoro dignitoso per lo sviluppo sostenibile, come testimoniano le numerose iniziative politiche adottate recentemente a livello nazionale nonché i risultati della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, tenutasi nel mese di giugno del 2012 (Rio+20). Questa situazione offre un’opportunità unica per sfruttare i vantaggi dell’interazione esistente tra lo sviluppo sostenibile a livello ambientale e il lavoro dignitoso per superare la crisi ed eliminare la povertà».
Il Rapporto preparato dall’Ilo esamina la grande mole di dati provenienti da esperienze nazionali, le iniziative adottate dai Costituenti e le ricerche effettuate dall’Ilo e «Le conclusioni dimostrano che la sostenibilità ambientale è fondamentale per il mercato del lavoro, considerato che il continuo deterioramento può ridurre la produttività, indebolire le imprese e l’occupazione, e rappresentare una minaccia per la protezione sociale». Il rapporto individua tre prospettive: creazione di posti di lavoro, rivalorizzazione dei posti di lavoro esistenti e inclusione sociale e tre sfide: perdita di posti di lavoro, causata dalla ristrutturazione economica, adattamento al cambiamento climatico e effetti regressivi sul reddito, per il raggiungimento dell’obiettivo di un lavoro dignitoso per tutti nel contesto della transizione verso imprese più eco-sostenibili. Secondo il documento: «I nuovi insegnamenti sulle politiche adottabili dimostrano che è possibile ottenere risultati positivi in termini di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, nonché aumentare la protezione e l’inclusione sociale, attraverso l’impegno dei Costituenti dell’Ilo nella concezione ed attuazione di politiche ambientali, economiche e sociali coerenti con la Dichiarazione dell’Ilo del 2008 sulla Giustizia Sociale per una Globalizzazione Giusta».