Dall’Egitto a Piombino, via Eni: è arrivato il primo carico di Gnl per il rigassificatore

Il Cane a sei zampe punta a incrementare l’import di gas naturale liquefatto da «Egitto, Congo, Qatar, Angola, Nigeria, Indonesia e Mozambico»

[5 Maggio 2023]

A poco più di un mese dall’arrivo della Golar Tundra, per il contestatissimo rigassificatore di Piombino inizia oggi l’attività di esercizio vera e propria.

Le operazioni di trasbordo del primo cargo di Gnl sono state infatti avviate in giornata dall’Eni, alla presenza del ministro dell’Ambiente del Governo Meloni, Gilberto Pichetto Fratin: il carico di gas naturale liquefatto è stato prodotto nell’impianto di Damietta, in Egitto, prima di approdare a Piombino.

Come noto il rigassificatore ha una capacità complessiva di trattamento di 5 miliardi di metri cubi all’anno, pari al 7% del fabbisogno italiano di gas.

«La nuova capacità di rigassificazione – commentano dall’Eni – contribuirà a implementare il piano Eni di completa sostituzione del gas russo al 2024-2025 e ad aumentare la disponibilità di gas per il Paese». In particolare, Eni punta a incrementare i carichi di Gnl da «Egitto, Congo, Qatar, Angola, Nigeria, Indonesia e Mozambico».

In molti casi, com’è però evidente, si tratta di Paesi a guida autoritaria e/o soggetti a profonda instabilità politica: in questo modo l’Italia continua a perseguire lo stesso rapporto insostenibile portato avanti con la Russia, sebbene in un’ottica di maggiore diversificazione dell’import.

Al contempo, crescono gli interrogativi in merito al ruolo che l’impianto di rigassificazione nel mix energetico nazionale. L’ignavia sulle rinnovabili (attuale e pregressa) non ha reso possibile farne a meno nell’immediato, di fronte all’obiettivo stringente di ridurre drasticamente l’import dalla Russia di Putin, ma la Golar Tundra non rappresenta affatto un investimento per il solo breve termine.

L’infrastruttura avrebbe dovuto essere temporanea – così come l’aveva presentata a marzo 2022 lo stesso ministro Cingolani –, nel rispetto del percorso di decarbonizzazione legato alla crisi climatica. Invece è destinata a restare per un quarto di secolo: 3 anni in porto a Piombino, e altri 22 al largo, ancora non si sa dove.

A rigassificatore ormai funzionante, neanche il memorandum d’intesa raggiunto con il (precedente) Governo sta portando i frutti sperati: solo per le bonifiche di Piombino la Regione Toscana chiedeva 300 mln di euro mentre ne sono arrivati 40, se mai verranno spesi.

Non va meglio sul fronte dello sviluppo di fonti alternative utili sia alla decarbonizzazione sia alla sicurezza energetica e al contenimento dei costi in bolletta, ovvero le rinnovabili. Continuando al ritmo d’installazione di nuovi impianti conseguito nel primo trimestre del 2023 (+1,1 GW), a fine anno sarà installata neanche la metà della capacità aggiuntiva necessaria agli obiettivi Ue fissati per il 2030. Ma senza alternative la dipendenza dal gas continuerà ancora per molto, troppo tempo.

«Siamo veramente soddisfatti di come si è sviluppato l’iter e adesso di come si sta concretizzando la realizzazione delle infrastrutture – commenta il governatore Eugenio Giani – Tutto ciò consentirà al nostro Paese di avere 5 miliardi di metri cubi di gas l’anno e permetterà all’Italia di non essere dipendente dal gas che arrivava dalla Russia. Oggi si chiude il cerchio e l’arrivo della prima nave metaniera che consentirà alla Golar Tundra di effettuare i test di rigassificazione rappresenta un importante traguardo per la Toscana, che si è messa a disposizione per garantire al sistema Italia di affrontare e superare la crisi legata alla guerra in Ucraina. Adesso, però, occorre portare a termine il percorso che deve assicurare al territorio di Piombino le giuste compensazioni e il necessario rilancio».