Apprezzamento per le linee d’azione espresse dal premier al Senato
Dall’Ugi un appello al Governo Draghi: stop alla discriminazione verso la geotermia
Attesa «annosa e ingiustificata» per decreti come il Fer 2 o per progettazione e posa delle sonde geotermiche
[18 Febbraio 2021]
Ieri il premier Mario Draghi ha ottenuto un’ampia fiducia al Senato con un discorso programmatico dai toni ambientalisti – oltre all’impegno di inserire in Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile –, dando «motivo di fiducia e di soddisfazione» anche all’Unione geotermica italiana (Ugi), ovvero l’associazione indipendente, apartitica e senza fini di lucro che rappresenta il settore (dalle aziende nel campo dell’energia ad accademici ed associazioni). Ma restano molti gli ostacoli da rimuovere per permettere alle potenzialità geotermiche ancora latenti di dispiegarsi, non solo in Toscana ma anche nel resto del Paese.
Si pensi agli usi termici negli edifici, classicamente riscaldamento o raffreddamento: si tratta di un settore che in Italia incide ancora per «la metà dei consumi totali di fonti fossili (55 Mtep/anno)», e dove un maggiore impiego di fonti rinnovabili resta dunque fondamentale per raggiungere l’ambizioso obiettivo fissato dall’Ue per il taglio del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030.
«Per accelerare la transizione energetica riteniamo necessario – dichiarano nel merito dall’Ugi – investire nell’innovazione e diffusione dei sistemi di riscaldamenti e raffrescamento che utilizzano fonti energetiche rinnovabili (renewable heating & cooling)».
La geotermia potrebbe rispondere efficacemente a quest’esigenza. In Europa ad esempio presenta una capacità termica installata di circa 24,3 GWth, comprendendo oltre 2 milioni di installazioni di sonde geotermiche e oltre 300 reti di distribuzione per il riscaldamento e il raffrescamento, mentre in Italia – nonostante importanti eccezioni come le reti di teleriscaldamento presenti in molti Comuni geotermici toscani – il potenziale resta ampiamente sotto sfruttato: per quanto riguarda il settore termico la geotermia produce 10915 TJ/anno (dato 2017).
Non va meglio sotto il profilo della produzione di elettricità da geotermia, che continua a crescere velocemente in tutto il mondo ma non nel Paese dov’è nata un secolo fa. «Segnaliamo al Governo – incalzano da Ugi – il ritardo fino ad oggi accumulato da provvedimenti indispensabili per il settore energetico ed ambientale, quali l’approvazione dei decreti che devono disciplinare e tutelare l’utilizzo di fonti rinnovabili per una transizione più incisiva ed efficace. L’attesa annosa e ingiustificata di alcuni di questi, quali ad esempio il decreto per la progettazione e la posa delle sonde geotermiche e quello per l’incentivazione delle fonti rinnovabili innovative per la produzione elettrica (detto Fer 2), determina di fatto una discriminazione verso le “rinnovabili termiche” quali biomasse e geotermia».
Un punto che in Toscana si lega ad un altro fattore di profonda incertezza, ovvero la prossima scadenza (2024) per le concessioni geotermiche ad oggi coltivate. Il tutto mentre paradossalmente il «Bilancio dello Stato tuttora destina 19 miliardi di euro in sussidi che peggiorano l’impatto sull’ambiente», ovvero i Sad censiti dallo stesso ministero dell’Ambiente: più nel dettaglio si tratta di 19,7 miliardi di euro l’anno, di cui ben 17,7 regalati alle fonti fossili in varie forme.
Eppure nel sottosuolo nazionale sarebbe custodita una risorsa ben più preziosa in quanto rinnovabile e che non necessita di essere bruciata, ovvero il calore naturalmente presente nel sottosuolo: la stessa Ugi stima che le «risorse geotermiche su terraferma potenzialmente estraibili in Italia entro 5 km di profondità possono essere stimate da un minimo di 2×10^19 J (~500 MTep), a 4×10^20 J (~104^4 MTep)», ovvero male che vada equiparerebbero l’energia contenuta in 500 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Qualcosa come circa 3 volte tutta l’energia primaria consumata in Italia nel 2015 (pari a 171,289 Mtep).