Sottoscritto un accordo di finanziamento con Intesa Sanpaolo
Dopo le rinnovabili Lucart investe sull’economia circolare, con 10 mln di euro garantiti Sace
«Utilizzare il 100% di imballaggi riciclati e/o compostabili entro il 2030, su tutte le nostre linee di produzione»
[25 Gennaio 2022]
La toscana Lucart rappresenta una delle maggiori industrie cartarie d’Europa, e come tale sta soffrendo in modo particolarmente acuto il continuo rialzo della bolletta energetica, tanto da paventare – come spiega oggi l’ad Massimo Pasquini in un’intervista a La Nazione – imminenti rischi per la continuità produttiva e per i posti di lavoro: una deriva da cui sta provando a uscire investendo fortemente in sostenibilità.
Mentre gli ultimi interventi approntati dal Governo contro il caro bollette sono ancora una volta inadeguati, la multinazionale toscana sta provando a fare da sé. Nei giorni scorsi ha avviato una partnership con Enel X per realizzare nello stabilimento di Diecimo uno dei più grandi impianti privati fotovoltaici più grandi mai installati in Toscana (3 MW), mentre adesso ha deciso di puntare altre risorse sull’economia circolare.
Lucart ha infatti sottoscritto un accordo di finanziamento con Intesa Sanpaolo per un ammontare di 10 milioni di euro, assistito dalla Garanzia green di Sace: ovvero la linea di credito è caratterizzata da un meccanismo di pricing legato al raggiungimento di precisi target in ambito di sostenibilità.
Tali obiettivi prevedono, da un lato, l’ultimazione della linea produttiva di Castelnuovo di Garfagnana che permetterà di «aumentare l’utilizzo di packaging alternativo» e, dall’altro, un «maggior recupero di cartoni per alimenti poliaccoppiati tipo Tetra Pak® nello stabilimento di Diecimo».
«Siamo molto soddisfatti del sostegno che Sace e Intesa Sanpaolo daranno ai nostri progetti. Il loro impegno nell’economia sostenibile si sposa perfettamente con la nostra devozione nell’applicazione di modelli di business circolari attraverso un piano strategico che prevede di aumentare il peso delle materie prime recuperate al 60% – dichiara Andrea Fano di Lucart – Un altro importante obiettivo è arrivare a utilizzare il 100% di imballaggi riciclati e/o compostabili entro il 2030, su tutte le nostre linee di produzione».
Già nel 2020 il 49% delle materie prime Lucart era rappresentato dalla carta da riciclare, e gli investimenti già annunciati per Diecimo lo scorso ottobre promettono di proiettare l’impianto all’avanguardia dell’economia circolare, grazie allo stampaggio di pallet di alta qualità realizzati in plastica riciclata a partire dal Tetra Pak: un materiale di per sé complesso e difficile da riciclare.
«Siamo orgogliosi di continuare a supportare la crescita di un’eccellenza come Lucart e di affiancarla nei suoi piani di sviluppo sostenibile – conclude Mario Bruni di Sace – Grazie al nostro intervento l’azienda potrà perseguire importanti obiettivi di tutela ambientale e di economia circolare in linea con gli obiettivi del Pnrr».
Resta però un ultimo tassello da aggiungere, che sarebbe particolarmente importante in una fase di crisi energetica come quella che stiamo attraversando: il recupero di energia dai rifiuti derivanti dal riciclo di carta e cartone.
Come ogni attività industriale, anche dalle cartiere esitano però nuovi scarti che necessitano di essere gestiti. Nel caso della Lucart, per ogni tonnellata di carta prodotta si generano 0,244 tonnellate di nuovi rifiuti: come dettaglia il Bilancio di sostenibilità recentemente pubblicato, nel 2020 sono 92.103 le ton andate a recupero (energetico), cui si aggiungono altre 48.376 ton dirette a smaltimento.
Si tratta di dati in costante miglioramento nel corso dell’ultimo triennio, ma come la termodinamica insegna non potranno mai arrivare a zero. Per questo è importante dotare il territorio di un’infrastruttura impiantistica adeguata a valorizzare al meglio gli scarti delle cartiere anche dal punto di vista energetico, una strategia che sarebbe ben più sostenibile (dal punto di vista sia ambientale sia economico) di quella attuale caratterizzata da una dipendenza verso il gas naturale.