È arrivato il via libera al rigassificatore di Piombino

Resterà in porto tre anni, poi sarà spostato altrove. Giani: «Snam sta procedendo a studi e verifiche ingegneristiche ad ampio raggio, non solo nel tratto di mare davanti alle coste toscane ma anche oltre i confini della Toscana»

[21 Ottobre 2022]

Al termine dell’ultima delle tre conferenze dei servizi previste, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – nelle vesti di commissario straordinario per l’opera – ha annunciato oggi il via libera al rigassificatore di Piombino.

La nave Golar Tundra arriverà dunque nel porto e sarà messo in funzione dalla prossima primavera. Resterà attraccata alla banchina per tre anni, per poi spostarsi non si sa dove.

Formalmente l’autorizzazione sarà firmata ed inoltrata da Giani tra lunedì sera e martedì mattina, subito dopo l’approvazione in giunta della proposta di intesa con il Governo che contiene le misure compensative che la Regione Toscana ha chiesto: «Sconto in bolletta del 50% per cittadini ed imprese ad esempio, strade e bonifiche attese da anni, investimenti per realizzare un parco delle energie rinnovabili, più collegamenti con l’Elba e poi ancora, tra le varie misure e richieste, sostegno alle attività di pesca, itticoltura e turismo, risorse per il parco archeologico o agevolazioni fiscali che deriverebbero dal riconoscimento di Piombino come zona logistica semplificata o zona economica speciale od equivalente», informano dalla Giunta.

Tutti e trentacinque gli enti chiamati ad esprimersi sull’autorizzazione all’opera, ad eccezione del sindaco FdI del Comune di Piombino – che ha annunciato ricorso al Tar, nonostante anche la premier in pectore Meloni (FdI) si sia schierata a favore dell’opera – si sono espressi favorevolmente, con una serie di prescrizioni che il commissario Giani allegherà all’autorizzazione.

Tali prescrizioni «riguardano – spiega Giani – tre grandi questioni: la sicurezza, che sarà assicurata anche attraverso controlli e monitoraggi continua, la possibilità  di compatibilità ambientale affinché non si danneggino le attività oggi svolte e la prevenzione di tutto ciò che possa creare danni o alterare le condizioni del porto. La nave non creerà ostacolo al transito delle navi nel porto né per l’attività siderurgica né per i collegamento verso l’arcipelago. Quanto ai timori relativi a pesca ed itticoltura, il cloro e l’acqua fredda immessi in mare esauriranno i loro effetti nell’arco di duecento metri dalla nave, all’interno del porto, e dunque ben lontano dagli impianti e le attività economiche».

E dopo i tre anni di permanenza del rigassificatore a Piombino, dove andrà la Golar Tundra? Snam non ha ancora indicato il sito: «Dovrà farlo entro quarantacinque giorni dal rilascio dell’autorizzazione alla collocazione della nave nel porto – assicura Giani – Un termine tassativo e vincolante che sarà parte del via libera ai lavori, assieme alle altre prescrizioni. Snam sta procedendo a studi e verifiche ingegneristiche ad ampio raggio, non solo nel tratto di mare davanti alle coste toscane ma anche oltre i confini della Toscana».

Resta il fatto che l’infrastruttura avrebbe dovuto essere temporanea – così come l’aveva presentata a marzo lo stesso ministro Cingolani –, nel rispetto del percorso di decarbonizzazione legato alla crisi climatica. Invece starà in Italia per venticinque anni: installata per 3 anni in porto a Piombino senza una preventiva Valutazione d’impatto ambientale (esclusa dal Governo per accelerare i tempi), e altri 22 al largo, ancora non si sa dove.

La città toscana è stata scelta in quanto vi è presente l’unico porto italiano in grado di rendere operativa la nave rigassificatrice dalla primavera del 2023, come tassello per sostituire parte dell’import di gas russo nell’attuale contesto di crisi energetica. L’ignavia sulle rinnovabili (attuale e pregressa) non rende infatti possibile farne a meno nell’immediato.

Il risultato finale è quanto mai paradossale: per sfuggire ad una crisi energetica legata all’uso del gas naturale, l’Italia rafforzerà ulteriormente la propria dipendenza dall’import di questo combustibile fossile per almeno un altro quarto di secolo, mentre le rinnovabili – in Toscana come nel resto d’Italia – arrancano.