Il sindaco: «Uno dei tasselli per l'obiettivo della città carbon neutral è il concetto dei 15 minuti»
Ecco come le città italiane possono diventare carbon neutral: il caso Verona
Rendere più efficiente e full electric il muoversi e l’abitare a Verona consentirebbe di tagliare del 76% l’energia consumata, e soddisfare il fabbisogno rimanente solo con le rinnovabili
[3 Giugno 2021]
Le città sono oggi responsabili di oltre il 70% di emissioni di CO2, il che significa che passano da qui sia i problemi maggiori sia i progressi più importanti per la lotta alla crisi climatica in corso. Ma è davvero possibile rendere una città carbon neutral? A Verona – 258mila abitanti, 165mila auto e un centro storico patrimonio Unesco – una risposta positiva è già stata presentata, grazie allo studio Verso città carbon neutral. Scenario Verona realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il Green City Network,con il sostegno di Volkswagen Group Italia e di Agsm Aim e il patrocinio del Comune.
«Il contributo delle città nella mitigazione della crisi climatica è imprescindibile – osserva Edo Ronchi, presidente della Fondazione – Lo studio mette in evidenza sia il potenziale ancora inespresso di questo contributo, sia le possibili soluzioni da adottare nella transizione verso la neutralità carbonica. La transizione può compiersi dando concretezza progettuale alle politiche promosse dal Green deal europeo e alle risorse stanziate nel Pnrr nel quadro di un modello di economia green e circolare».
Prendendo la città di Verona come paradigma delle città d’arte italiane, lo studio indaga in particolare il potenziale di riduzione degli impatti relativi al muoversi e all’abitare in città. Due aspetti che a Verona riguardano il 70% dei consumi energetici e che più di altri hanno direttamente a che fare con il modo di vivere dei cittadini e le loro abitudini.
Nel caso del muoversi, ad esempio, lo studio evidenzia come il 90% degli spostamenti dei cittadini avvengano all’interno del contesto urbano, e come tali esigenze di spostamento siano per il 70% soddisfatte mediante auto private, con oltre 200 milioni di litri di carburanti consumati ogni anno. Dall’analisi del settore residenziale, si riscontra che l’85% delle oltre 122 mila unità abitative, distribuite in 25 mila edifici, risultano energeticamente poco efficienti con consumi energetici che per l’80% hanno a che fare con esigenze di riscaldamento, soddisfatte bruciando 145 milioni di metri cubi di gas metano.
Dallo studio emerge come la riduzione del fabbisogno energetico sia la vera chiave di volta per rendere possibile coprire il fabbisogno residuo di energia finale mediante produzione da fonti rinnovabili locali.
Secondo gli scenari analizzati, rendere più efficiente e full electric il muoversi e l’abitare a Verona consentirebbe infatti di ridurre fino al 76% l’energia finale consumata per queste attività, che passerebbe dalle attuali 294 mila a 70 mila tonnellate equivalenti di petrolio e determinando una riduzione di oltre l’80% delle emissioni di CO2. Una situazione che, al netto della quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili già installata in città, consentirebbe di soddisfare il fabbisogno residuo moltiplicando per 13 la potenza degli impianti fotovoltaici già attivi sugli edifici nel territorio comunale.
Per quel che riguarda in particolare l’abitare a Verona, a parità di benessere, il risparmio di energia termica associato alla riqualificazione degli edifici insieme all’elettrificazione di tutti i consumi finali domestici – per sfruttare la maggiore efficienza delle tecnologie disponibili (come nel caso delle pompe di calore elettriche per il riscaldamento e raffrescamento) – nonché all’installazione di soluzioni domotiche IoT a supporto della programmazione dei consumi da parte degli utenti, consentirebbe di ridurre del 75% dei consumi finali e del 64% le emissioni di CO2 del settore residenziale.
Studiando invece le esigenze di mobilità dei veronesi, il report evidenzia come rispetto alla situazione attuale un incremento fino al 50% dell’utilizzo di soluzioni modali condivise e fino al 30% di spostamenti coperti con mezzi alternativi all’auto privata, e in particolare a piedi e in bicicletta, in combinazione con l’elettrificazione della flotta di veicoli circolanti, sia pubblici che privati, consentirebbe di risparmiare oltre 120 mila tonnellate equivalenti di petrolio di consumi di energia finale (-80% rispetto alla situazione attuale) e di ridurre del 75% delle emissioni attualmente imputabili al consumo di carburanti fossili.
«Uno dei tasselli per l’obiettivo della città carbon neutral è il concetto dei 15 minuti – spiega nel merito il sindaco di Verona, Federico Sboarina – I cittadini devono trovare servizi, svago e occasioni a questa distanza nei propri quartieri. Ed è il cambiamento che abbiamo avviato per Verona con due strumenti fondamentali: il Pums, Piano urbano della mobilità sostenibile che incentiva nuove forme di mobilità e la rigenerazione urbanistica, che porterà la rigenerazione di tante aree dismesse con funzioni pubbliche e molti servizi in molte zone di Verona».