Elettricità futura e Federdistribuzione siglano un protocollo d’intesa
Elettricità da rinnovabili per abbassare le bollette nelle imprese della distribuzione, coi Ppa
«Già oggi i contratti per l’acquisto di energia rinnovabile a lungo termine offrono elettricità a prezzo fisso, con risparmi significativi rispetto al prezzo dell’elettricità nel mercato spot»
[10 Febbraio 2022]
La principale associazione confindustriale attiva nel comparto elettrico (Elettricità futura) e la federazione che riunisce le aziende della distribuzione moderna, alimentare e non (Federdistribuzione), hanno siglato oggi un protocollo d’intesa per promuovere la diffusione dei contratti di approvvigionamento a lungo termine di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, i Power purchase agreement (Ppa).
«Le attuali tensioni sui prezzi del gas, che riguardano non solo il mercato domestico ma anche quello industriale – sottolineano in una nota congiunta i due firmatari – mettono in evidenza la necessità di accelerare l’adozione delle rinnovabili per garantire una fornitura di energia a prezzi stabili e competitivi per le imprese. Già oggi i contratti per l’acquisto di energia rinnovabile a lungo termine offrono elettricità a prezzo fisso, con risparmi significativi rispetto al prezzo dell’elettricità nel mercato spot».
I Ppa rappresentano dunque uno strumento di grande utilità, anche per gli operatori della distribuzione, non solo per ridurre l’emissione di gas serra ma anche per ottenere importanti risparmi economici.
Come spiegava poche settimane fa Elettricità futura, in Italia «è possibile fare Ppa con un prezzo fisso per 20 anni inferiore a 68 €/MWh, come dimostra il prezzo assegnato dalle aste del Dm Fer1 per eolico e fotovoltaico, un quarto rispetto al prezzo spot di dicembre di circa 280 €/MWh e meno di un terzo del Pun degli scorsi giorni pari a circa 220 €/MWh».
Con la sottoscrizione di questo accordo le due associazioni si impegnano dunque a «collaborare per individuare le soluzioni e gli strumenti più efficaci per rendere fruibili alle imprese i vantaggi e le opportunità offerte dai contratti di approvvigionamento a lungo termine da fonti rinnovabili, favorendo anche il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’Italia e dall’Europa».
Su questo fronte però resta un importante ostacolo da rimuovere, ovvero la carenza di nuovi impianti autorizzati a produrre energia dalle fonti rinnovabili. Ad oggi il 60% circa dei consumi nazionali di elettricità viene ancora soddisfatto attingendo a fonti non rinnovabili – percentuale che sale all’80% circa guardando a tutta la domanda primaria di energia –, eppure nuovi impianti rinnovabili faticano non poco a traguardare l’intero iter di permitting.
Nonostante le semplificazioni proclamate a più mandate dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, l’Italia risulta il peggiore Paese d’Europa nell’autorizzare nuovi impianti rinnovabili, a causa di complessità burocratiche, sindromi Nimby&Nimto o conflitti tra le molteplici istituzioni chiamate ad esprimersi per autorizzare o meno l’impianto.
Il risultato paradossale, come conferma l’ultimo report in materia prodotto da Legambiente, è che «se anche solo il 50% delle rinnovabili oggi sulla carta arrivasse al termine dell’iter autorizzativo, la nostra Penisola avrebbe già raggiunto gli obiettivi climatici europei». Con un conseguente risparmio in bolletta pari a circa 30 miliardi di euro l’anno.