Elettricità futura: «Il Dl Semplificazioni rischia di essere un’enorme occasione sprecata»
La transizione burocratica del Governo Draghi, che dovrebbe sostenere quella ecologica, potrebbe deragliare in partenza
[1 Giugno 2021]
Il Consiglio dei ministri ha approvato nei giorni scorsi il nuovo decreto legge Semplificazioni, che – in attesa della relativa conversione parlamentare – dovrebbe rappresentare uno dei principali strumenti a supporto della transizione ecologica ma che invece rischia di essere un flop già in partenza.
Dopo Anev e Coordinamento Free anche Elettricità futura – la principale associazione confindustriale del comparto elettrico – avanza le proprie perplessità osservando che «sebbene siano state introdotte alcune misure che vanno nella giusta direzione, il Dl Semplificazioni non riduce abbastanza la burocrazia per consentire al nostro Paese il cambio di passo necessario per raggiungere il target Green Deal che richiede la realizzazione di 7 GW all’anno, quasi 10 volte in più di quanto stiamo facendo. Così gli obiettivi di decarbonizzazione verranno raggiunti nel 2090 invece che nel 2030». Ovvero una prospettiva ancora peggiore della precedenti, che arrivavano a stimare un ritardo oscillante dal 2070 al 2085.
Secondo Elettricità futura, nel decreto mancano infatti più ambiziose semplificazioni sul permitting per i nuovi impianti rinnovabili e per il repowering degli impianti esistenti, che permetterebbe di aumentare la produzione di energia verde senza occupare nuovo suolo. Anche gli impianti fotovoltaici su terreni agricoli abbandonati o degradati continuano a essere esclusi dalle aste Gse, che non a caso sono state fino a oggi un completo fallimento.
Va meglio per quanto riguarda la nuova Governance e la riduzione delle tempistiche per la Via speciale per i progetti individuati nel Pnrr e nel Pniec, a patto che la Commissione dedicata sia resa operativa nel più breve tempo possibile. L’associazione confindustriale apprezza inoltre il rafforzamento dei poteri sostitutivi di Governo e ministeri in caso di inerzia delle procedure autorizzative, nell’auspicio che questi non rallentino ulteriormente i processi. Bene anche la previsione di strumenti di sostegno all’agrovoltaico che tuttavia per come sono formulati rischiano di essere inefficaci e inefficienti.
«Pur apprezzando l’impegno del Governo – conclude Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità futura – se nel passaggio di conversione parlamentare non si correggeranno le criticità che abbiamo evidenziato, il Dl Semplificazioni rischia di essere un’enorme occasione sprecata. Siamo pronti a fornire, come sempre, il nostro contributo per agevolare la transizione ecologica e creare 90.000 nuovi posti di lavoro grazie ai 100 miliardi di euro di investimenti privati che potrebbero mobilitarsi solo se la burocrazia lo permetterà».