Wedin: «Sfruttiamo la nostra vasta esperienza nell'estrazione del litio da salamoie riscaldate per ottenere una significativa decarbonizzazione delle filiere industriali dei veicoli elettrici»
Enel e Vulcan insieme per sviluppare progetti sul litio geotermico: si parte da Cesano
Solfaroli Camillocci: «Questo accordo ci permetterà di esplorare le promettenti opportunità legate al litio geotermico e al calore della terra»
[8 Luglio 2022]
Da Enel a Enel: lo sviluppo delle potenzialità ancora inespresse del litio geotermico italiano ripartono dove si erano fermate quasi mezzo secolo fa, quando Enel alle porte di Roma scavò il pozzo Cesano 1 fino a 1.390 metri di profondità, trovando temperature interessanti per la produzione di energia geotermica (circa 200 °C) ma anche un contenuto di litio nei fluidi pari a 350-380 mg/L.
Un tesoro che è rimasto sepolto per cinquant’anni ma che adesso è pronto a tornare alla luce. All’inizio del 2022 la Regione Lazio ha rilasciato un primo permesso di ricerca mineraria nell’area alla società tedesca Vulcan energy, che oggi è autorizzata allo studio di dati provenienti dai pozzi geotermici realizzati nel passato, oltre ad effettuare rilievi geologici di superficie e analisi di laboratorio su campioni di gas, fluidi e rocce prelevati in sito.
Questa fase di studio, che si sostanzierà nella valutazione del potenziale della licenza “Cesano” di Vulcano, è anche il primo tassello della collaborazione ufficializzata oggi tra l’azienda tedesca ed Enel green power, che oggi gestisce in Toscana il più antico complesso geotermico al mondo.
L’accordo firmato da Enel e Vulcan mette così a fattore comune le rispettive competenze nella geotermia e nell’estrazione del litio per sviluppare iniziative congiunte, nel sito laziale e non solo: oltre a Cesano, l’accordo intende infatti esaminare le prospettive di ulteriori sviluppi in tema di litio geotermico, a partire dall’area in questione ma non escludendo ulteriori collaborazioni in Italia e all’estero.
«La geotermia è una fonte di energia rinnovabile che ha davanti a sé notevoli prospettive di sviluppo, e su cui Enel green power ha puntato con convinzione, tanto da diventarne leader mondiale – dichiara Luca Solfaroli Camillocci, responsabile Enel green power e Thermal generation Italia – Ecco perché siamo particolarmente lieti di questo accordo, che ci permetterà, lavorando al fianco di un partner di eccellenza come Vulcan, di esplorare le promettenti opportunità legate al litio geotermico e al calore della terra».
Intanto, per Cesano le prospettive sembrano più che incoraggianti. I dati storici sulla concentrazione di litio sono tra più alti a livello mondiale registrati in un ambiente geotermico, e oggi potrebbero segnare una svolta per il nostro Paese nella caccia a quello che la Commissione europea ha già individuato tra le materie prime critiche per la transizione ecologica: ad oggi senza litio non ci sono batterie, e senza batterie restano al palo sia le auto elettriche sia i sistemi di accumulo necessari a stabilizzare una rete elettrica dove il contributo delle fonti rinnovabili intermittenti (come eolico e vento, che al contrario della geotermia dipendono dalle condizioni atmosferiche) sarà sempre più rilevante.
Non a caso la Commissione Ue stima che entro il 2050 il fabbisogno europeo di litio crescerà di quasi 60 volte, e qui nasce il problema degli approvvigionamenti, con la Cina che controlla direttamente o indirettamente una buona parte delle miniere mondiali, dominando al contempo la raffinazione del metallo e la produzione di batterie. Senza dimenticare che la produzione di litio con tecniche tradizionali è molto impattante sotto il profilo ambientale.
Per l’Europa e l’Italia, la geotermia rappresenta invece l’opportunità di mettere in campo un modello di sviluppo più sostenibile, abbinando la produzione di energia rinnovabile all’estrazione di litio direttamente dalle salamoie geotermiche, senza dover fare affidamento alle produzioni tradizionali di litio che avvengono generalmente in cave a cielo aperto, come nelle miniere o nelle salars del Sud America, con un impatto ambientale enorme per le emissioni di CO2 data dall’intensità energetica necessaria a questo processo, senza sottovalutare il consumo di suolo e di acqua.
Al contrario il business del litio geotermico, oltre a essere ben più sostenibile dal punto di vista ambientale, se riuscirà a svilupparsi nel nostro Paese come già sta accadendo all’estero, ha l’opportunità di aprire ai territori anche importanti prospettive economiche ed occupazionali: basti osservare che a fine 2021 Vulcan ha siglato con Stellantis (ex-Fiat) un primo contratto di fornitura per 81-99mila tonnellate di idrossido di litio geotermico provenienti dall’Alto Reno (Germania) nell’arco di cinque anni, recentemente raddoppiato a 10 anni con un investimento azionario di Stellantis in Vulcan per 50 milioni di euro.
«Vulcan – conclude il dg della società, Francis Wedin – mira a incrementare la futura fornitura del nostro prodotto al litio sostenibile in risposta alla significativa domanda dei clienti, poiché sfruttiamo la nostra vasta esperienza nell’estrazione del litio da salamoie riscaldate per ottenere una significativa decarbonizzazione delle filiere industriali dei veicoli elettrici a livello globale. Con la crescita e la diversificazione del nostro portafoglio di sviluppo dei progetti, miriamo infine a sviluppare un’attività di rilevanza globale nel segmento dello Zero carbon lithium che sia focalizzata sull’Europa e per l’Europa. Accogliamo con favore l’opportunità di collaborare con Enel green power nello sviluppo del litio geotermico. In qualità di maggiore produttore di energia geotermica rinnovabile in Italia, Egp è leader nel proprio settore e ha rapporti solidi e positivi nella regione. Siamo ansiosi di lavorare con Egp per offrire un contributo duraturo e sostenibile alla comunità locale».