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Filiere del futuro: l'Italia conta già oltre 21mila imprese attive nel comparto delle rinnovabili

Realacci: «Il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia»
 |  Green economy

È stato presentato alla fiera K.ey 2023 di Rimini il primo rapporto Filiere del futuro, realizzato dalla fondazione Symbola insieme all’Italian exhibition group, per mettere a fuoco la geografia produttiva delle rinnovabili in Italia.

Passando per un’analisi di elenchi ottenuti dalle principali organizzazioni di categoria del settore e per processi di text mining sugli oggetti sociali delle imprese, nel rapporto si è arrivati a conteggiare un totale di 21.378 imprese, che si caratterizzano per coinvolgimento attivo nella filiera. L’analisi dei risultati restituisce un quadro articolato dal punto di vista settoriale, che pone in risalto i diversi ambiti di intervento delle imprese nella filiera delle rinnovabili, dalla installazione e manutenzione (44,15), al commercio (14,1%), alla manifattura (11,2%), alla produzione di energia (7,2%), alla consulenza, collaudo e monitoraggio (7,1%).

Guardando ai territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto. La Lombardia, in particolare, con 3.778 imprese e 17,7% di quota percentuale è la regione con la maggiore presenza di imprese in Italia, seguita dal Lazio con 2.446 e una quota del 19,5%. Al terzo posto si colloca il Veneto (1.995, 9,3%), regione seguita dalla Campania (1.733, 8,1%) e quindi a brevissima distanza dall’Emilia-Romagna (1.703, 8,0%). Queste cinque regioni costituiscono nell’insieme il 53,6% del totale delle imprese individuate.

«C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile – commenta Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola – Il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C’è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.