Ministero, Regione e Comune sostengono il progetto Danieli-Metinvest
Firmata l’intesa per una nuova acciaieria «ambientalmente sostenibile» a Piombino
Entro 4 mesi l’Accordo di programma, in attesa del piano industriale. Approvvigionamento di energia e gestione rifiuti tra i principali problemi da risolvere
[18 Gennaio 2024]
Il 23 aprile del 2014 l’acciaieria ex Lucchini di Piombino spegneva l’altoforno, precipitando la città in una crisi tanto industriale quanto antropologica ancora irrisolta: nel corso di un decennio è naufragata l’avventura degli algerini di Cevital, mentre quella degli indiani di Jsw – che ad oggi gestiscono lo storico impianto – ancora non è decollata.
Nei giorni scorsi per gli oltre 1.300 dipendenti di Jsw steel Italy è arrivata una boccata d’ossigeno, col rinnovo della cassa integrazione per l’anno in corso. Dopo, ancora una volta il buio.
A riaccendere la speranza in città è semmai la firma dell’ennesimo Protocollo d’intesa, siglata ieri tra ministero delle Imprese, Regione Toscana, Comune di Piombino, Metinvest e Danieli per il rilancio del sito siderurgico, costruendo un nuovo impianto «ambientalmente sostenibile» che possa affiancarsi a quello Jsw, se mai partisse davvero.
«A pieno regime darà lavoro a 1500 nuovi assunti – auspica il presidente del gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti – che saranno formati e qualificati per gestire un impianto di questo livello tecnologico, che potrebbe fungere da modello positivo per altre iniziative simili a livello globale».
Si parla di un investimento da circa 2 miliardi di euro – con sovvenzioni governative – per produrre attorno a 3 milioni di tonnellate di acciaio l’anno.
Prodotti finiti di acciaio ottenuti dalla trasformazione di materiali ferrosi in coils laminati a caldo soggetti ad ulteriori lavorazioni, da realizzare a Piombino su una superficie di circa 260 ettari; al contempo il ministero conferma di voler continuare sostenerne il rilancio della produzione di rotaie con Jsw, in modo da ridurre l’importazione di prodotti siderurgici in Italia da paesi extra Ue.
Ma ancora un piano industriale non c’è. Arrivato il Protocollo d’intesa, i firmatari si impegnano adesso a realizzare uno studio coordinato di fattibilità per arrivare entro 4 mesi alla stipula di un Accordo di programma nel merito.
Sarà il ministero a coordinare un tavolo di lavoro partecipato da tutte le istituzioni nazionali e locali competenti per favorire l’insediamento produttivo, con la prima convocazione prevista entro la prossima settimana.
«L’intesa segna un passo cruciale per il rilancio del polo di Piombino, che assumerà un ruolo sempre più centrale nel contesto del piano siderurgico nazionale, insieme agli stabilimenti di Taranto, di Terni e alle acciaierie del nord Italia», assicura il ministro Adolfo Urso. «Questa intesa è una reale occasione di rilancio che riporta Piombino al centro della siderurgia nazionale e internazionale», aggiunge il sindaco Francesco Ferrari.
«Lavoreremo nei prossimi 4 mesi per raggiungere un accordo di programma vincolante e con tempi certi per tutti – conferma il presidente della Regione, Eugenio Giani – Allo stesso modo ci auguriamo che anche l’altro progetto di investimento di Jsw steel Italy possa procedere viste le interdipendenze e possibili complementarietà tra la produzione di acciai piani (da parte di Metinvest) e lunghi (da parte di Jsw)».
Anche le logiche della geopolitica, stante l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, sono legate al rilancio siderurgico di Piombino: «Questo progetto svolgerà un ruolo cruciale nella transizione verde dell’Italia, implementando pratiche industriali sostenibili e rispettose dell’ambiente. Inoltre – argomenta Yuriy Ryzhenkov, ad Metinvest – contribuirà a incrementare l’utilizzo dei nostri impianti di estrazione e lavorazione del minerale di ferro in Ucraina, guidandone la modernizzazione per produrre pellet di alta qualità».
Dal punto di vista industriale e socio-economico, l’investimento Danieli-Metinvest potrebbe essere davvero l’ultimo treno per Piombino, una città che dopo essere stata tradita dall’industria ha cullato l’idea di potersi risollevare facendo leva solo sul turismo, scoprendo quanto precaria sia una scelta simile. Ma che dire dei profili di sostenibilità ambientale?
Il progetto Danieli-Metinvest è stato sonoramente bocciato da Legambiente e Wwf quando l’ipotesi era di vederlo nascere in Friuli Venezia Giulia, ma a Piombino il contesto è assai diverso; non a caso il circolo Legambiente Val di Cornia ha aperto all’ipotesi, con la fondamentale premessa di voler capire meglio quali tipi di impianti si pensa di installare.
Senza un progetto sul tavolo, risulta infatti impossibile avanzare valutazioni. Oltre al profilo delle emissioni inquinanti e climalteranti, è però evidente come siano due gli aspetti principali da mettere sotto osservazione: il consumo di energia e la produzione di rifiuti.
Nel corso di decenni di produzione siderurgica, nell’area ex-Lucchini si sono accumulate milioni di tonnellate di rifiuti che ancora non sono uscite dal perimetro della fabbrica. Per riciclare quanto possibile e per smaltire in sicurezza il resto, a Piombino era nata una partecipata pubblica – Rimateria – che è stata fatta fallire dopo un concordato rivendicato come un successo dal Comune.
Ad oggi il problema dei rifiuti siderurgici resta dunque intatto, se non peggiorato. E si riproporrà anche con l’eventuale produzione da parte dell’acciaieria Danieli-Metinvest, se non verrà affrontato sin da subito.
Sul fronte dell’energia, invece, gli impianti siderurgici sono tra i maggiori consumatori per eccellenza e rientrano tra le industrie hard-to-abate, ovvero le più difficili da gestire per l’abbattimento delle emissioni climalteranti. All’acciaieria servirà energia, tanta e pulita. Serviranno dunque molti impianti di produzione da fonti rinnovabili, gli stessi che il Comune di Piombino paradossalmente avversa da sempre.
Eppure tutti i tasselli del puzzle dovranno trovare il loro incastro, se la volontà è davvero quella di realizzare un’acciaieria «ambientalmente sostenibile» come dichiarato.