
Future minerals forum, l'Italia punta a riprendere la ricerca mineraria «con nuove tecnologie»

Si è aperta ieri in Arabia saudita la terza edizione del Future minerals forum, che riunisce a Riyadh oltre 200 relatori, tra cui leader globale e amministratori delegati delle principali società minerarie del mondo.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di costituire una piattaforma di dialogo internazionale sul tema dei minerali critici, fondamentali per la transizione ecologica e non solo.
Il Critical raw materials act approvato dall’Ue lo scorso dicembre individua 34 materie prime critiche (erano solo 14 nel 2011) per l’economia continentale, e l’Italia è il Paese più dipendente dall’import extra-Ue di queste materie prime, nonostante da queste dipenda il 38% del Pil nazionale.
«Sono qui per confermare la forte attenzione con la quale l’Italia guarda al settore dei minerali critici – dichiara nel merito il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto – ci sarà un focus anche nel programma della nostra Presidenza G7 appena iniziata. Anche grazie all’azione del Governo italiano, il nostro Paese è pronto ad essere l’hub del Mediterraneo, ponendosi come ponte tra Europa, Africa e Medio Oriente per favorire una transizione energetica sicura e sostenibile».
Peccato che l’Italia in versione hub mediterraneo, così come intesa dal Governo Meloni, sia essenzialmente basata sul commercio delle fonti fossili che alimentano la crisi climatica in corso (nonostante le ampie possibilità di sviluppo nell’ambito dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili).
Su versanti più sostenibili, il ministro ha richiamato il progetto finanziato dal Governo nel quadro del programma europeo RePowerEu, che mette a disposizione un finanziamento per rafforzare la ricerca e creare un “hub” tecnologico nazionale di eccellenza su economia circolare, ecodesign e “urban mining”, che si affianca alle attività dell’Ispra - Servizio geologico nazionale.
«L’Italia può rivestire un ruolo strategico riprendendo la ricerca mineraria con nuove tecnologie, monitoraggio dei possibili impatti ambientali, circolarità e collaborazioni con Paesi della Super Region», evidenziano nel merito da Riyadh i ricercatori Ispra.
Per rendere più sostenibile la catena di approvvigionamento delle materie prime critiche è infatti indispensabile accelerare sul fronte del riciclo (grazie al quale si stima che l’Italia potrà soddisfare fino al 32% del proprio fabbisogno), ma anche sviluppare partenariati internazionali con partner commerciali affidabili, oltre ad aprire nuove miniere su suolo europeo.
