Gassificatore Eni e bonifiche nel Sin/Sir di Livorno al centro del Consiglio regionale

L'aula ha approvato una mozione di Francesco Gazzetti (Pd) e due atti di Giacomo Giannarelli (M5S), respingendo invece quella di Sì-Toscana a Sinistra

[1 Luglio 2020]

Mentre a Milano Eni e Corepla – il Consorzio nazionale per raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica – firmavano un accordo per “verificare la fattibilità di valorizzare le plastiche a fine vita negli impianti innovativi che Eni sta studiando per la bioraffineria di Venezia, a Porto Marghera, e presso la raffineria di Livorno per la produzione rispettivamente di idrogeno e metanolo ottenuti tramite gassificazione”, a Firenze l’ipotesi del gassificatore labronico è tornata all’attenzione del Consiglio regionale, insieme alla necessità di reperire programmi e risorse per bonificare il Sin/Sir che da decenni grava su Livorno e Collesalvetti.

In particolare l’aula ha discusso approvato una mozione di Francesco Gazzetti (Pd) e due atti di Giacomo Giannarelli (M5S), respingendo invece quella di Sì-Toscana a Sinistra illustrata da Tommaso Fattori.

La prima mozione presentata da Giannarelli ed emendata da Gazzetti impegna la Giunta, sul solco di quanto già precedentemente votato dall’aula all’unanimità, a garantire l’effettivo diritto di partecipazione all’elaborazione e formazione delle politiche regionali “e per garantire il necessario coinvolgimento dei cittadini”, come del resto chiedono da tempo anche i sindaci di Livorno e Collesalvetti non appena sarà possibile valutare un progetto del gassificatore. Come noto l’impianto, che dovrebbe essere realizzato presso la sede Eni di Stagno, per poter inizialmente gestire 200mila tonnellate annue di rifiuti – plastiche non riciclabili e Css – per produrre biometanolo, secondo Giannarelli si dovrebbe definire «un impianto pre incenerimento per combustione, che non fa altro che preparare del combustibile, che poi va bruciato», recuperando energia dove non può essere recuperata materia, nel rispetto della gerarchia Ue sull’economia circolare. La mozione chiede inoltre alla Giunta che, in fase d’esame del progetto, venga condotta anche una Valutazione di impatto sanitario (Vis); che si conduca un monitoraggio epidemiologico-sanitario in un’area di 3 km dal sito di realizzazione del nuovo impianto; che siano previste anche misure di mitigazione dell’impatto ambientale consistenti nella realizzazione di impianti boschivi in prossimità, in un’area già duramente provata sotto il profilo ambientale e sanitario.

Del resto il Consiglio comunale di Collesalvetti ha già approvato nelle scorse settimane una mozione secondo la quale «qualsiasi installazione venga fatta deve garantire un livello di inquinamento inferiore a quello di oggi, non solo, dal punto di vista industriale ma, anche, da quello della logistica delle merci in entrata ed in uscita».

Bocciata invece la mozione di Sì-Toscana a sinistra illustrata da Tommaso Fattori, anch’essa incentrata sul progetto di gassificatore presso la raffineria di Livorno: chiedeva l’annullamento delle delibere di Giunta che approvano lo schema di protocollo tra Regione, Eni e Alia ormai un anno fa, oltre a “un piano alternativo per il trattamento dei rifiuti urbani residui, basato su politiche effettivamente circolari di riduzione, riciclo industriale dei materiali e impianti Tmb”. «Le stagioni dell’incenerimento, in tutte le sue forme, devono essere lasciate alle spalle», secondo Fattori. Anche se come spiega l’Ispra nel suo XX rapporto sui rifiuti urbani, i Tmb sono impianti che in Italia trattano circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, per quasi il 90% indifferenziati, una tappa intermedia prima della discarica (per circa metà dei tonnellaggi) ma anche termovalorizzazione.

Al proposito un richiamo ad avere «un approccio pragmatico» è giunto da Gabriele Bianchi (gruppo misto-Toscana nel cuore), che ha invitato i colleghi a non fare discussioni che «non facciano comprendere il problema», ricordando che «sui rifiuti dovremmo rendere i cittadini coscienti e consapevoli». Per quanto riguarda più nello specifico il progetto Eni, Monia Monni (Pd) ha sottolineato che ad ora «non abbiamo detto né si né no, non abbiamo ancora gli elementi di conoscenza necessari».

Il Consiglio regionale ha poi approvato anche la seconda mozione di Giannarelli, che impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo – coinvolgendo anche le istituzioni locali – per arrivare celermente alla sottoscrizione dell’accordo di programma per la bonifica delle aree Sin/Sir di Livorno.

Si muove sulla stessa linea la mozione Gazzetti, nella quale si precisa che “l’accordo di programma è da considerarsi lo strumento maggiormente adeguato in grado di definire e coordinare i progetti di bonifica per le rispettive aree di competenza dei vari enti e sottoscrittori”. La Regione, ricorda la mozione, si è già dichiarata disponibile a finanziare la progettazione di bonifica di Livorno, purché siano garantite dal governo le risorse necessarie per gli interventi sul Sin (di competenza del ministero) e  Sir (di interesse regionale) di Livorno e Collesalvetti.

Allo stato dell’arte la situazione è infatti di blocco totale: secondo i dati aggiornati dal ministero a febbraio 2020 nel Sin di Livorno, che è stato istituito nel 1998, quasi il 100% delle aree – sia per i terreni che per le acque di falda – sono state caratterizzate e presentano un progetto di bonifica in corso di valutazione, ma in più di vent’anni nessuno di questi progetti è stato approvato e le bonifiche sono state concluse sullo 0% dei terreni e lo 0% della falda.