Revocata la deliberazione dello scorso luglio

Geotermia e aree non idonee, nuovo via libera dal Consiglio regionale

È arrivato l’ok a maggioranza per la modifica del Paer nelle commissioni Territorio ed ambiente e Sviluppo economico

[9 Aprile 2021]

Le commissioni Territorio ed ambiente e Sviluppo economico del Consiglio regionale della Toscana hanno licenziato ieri, a maggioranza, la modifica al Piano ambientale ed energetico della Toscana (Paer) per l’individuazione delle aree non idonee (Ani) all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da geotermia.

Come spiegano dallo stesso Consiglio regionale si tratta sostanzialmente di una nuova adozione dello stesso piano presentato nella scorsa legislatura ad eccezione della relazione ambientale e la sintesi non tecnica, che erano state pubblicate in modo incompleto: «Questo il motivo della nuova adozione, cui seguiranno le osservazioni, che saranno esaminate insieme a quelle già pervenute».

Contestualmente è stata revocata la deliberazione del 7 luglio 2020, che appunto definiva la modifica del Paer per l’individuazione delle Ani geotermiche; nel settembre scorso però la legge toscana n. 73 del 24 luglio 2020, che mirava a concretizzare quella deliberazione, era stata impugnata di fronte alla Corte costituzionale dal Consiglio dei ministri proprio riguardo all’art.2 dedicato alle Ani.

La non idoneità per quanto riguarda la geotermia – precisano adesso dal Consiglio regionale – si riferisce «all’impianto nella sua complessiva filiera di estrazione (pozzo) ed utilizzo della risorsa (centrale), non si riferisce alle infrastrutture di collegamento quali linee elettriche, termodotti, strade».

Al contempo, le Ani non possono in alcun modo limitare l’ambito della ricerca mineraria: «Il tema della non idoneità non investe l’intera fase della ricerca: le limitazioni sono soltanto quelle eventualmente imposte in sede di valutazione di impatto ambientale (Via) anche perché per la risorsa geotermica, diversamente dalle altre fonti (sole, vento,biomassa, acqua, ecc.), è fondamentale conoscere nel dettaglio le caratteristiche del campo geotermico e del fluido stesso e quindi determinare se sia praticabile lo sfruttamento della risorsa e, in caso positivo, stabilire tipologia e potenza degli impianti».

Soprattutto, stavolta la proposta di modifica al Paer contiene uno specifico allegato che andrà ad individuare le aree non idonee «costituendo una sorta di inquadramento delle vincolistiche a tutela del paesaggio, dell’ambiente e della produzione agricola, e offrendo ai potenziali produttori un quadro certo e chiaro di riferimento per orientare le scelte localizzative degli impianti». I criteri individuati per la modifica del Paer dovranno inoltre essere coerenti con il Piano di indirizzo territoriale (Pit).

Ma qual è ad oggi la situazione della geotermia toscana? Come ricordano dal Consiglio, le concessioni geotermiche in essere – e che andranno a scadenza nel 2024 – sono nove, tutte intestate ad Enel green power, che in Toscana gestisce 34 centrali geotermoelettriche «con una potenza installata netta di 761 MW (916 MW di potenza installata lorda), cui si andranno ad aggiungere i 20 MW, autorizzati ma non ancora in esercizio, della nuova centrale Monterotondo».

«Il Paer attualmente in vigore – concludono dal Consiglio regionale – prevede un incremento della potenza geotermolettrica in Toscana (basato per lo più sullo sviluppo degli impianti a media entalpia)  pari a circa 150 MW, così come ipotizzato dalle previsioni del Burden Sharing per la nostra regione». Di fatto però in Toscana da molti anni non si realizzano nuove centrali, mentre il resto del mondo geotermico corre.