Geotermia e qualità dell’aria, per Bagnore 4 dati «molto lontani dal limite di cautela sanitaria»
Dall’Arpat le valutazioni sulla fase di avviamento della centrale, la più delicata per questo genere d’impianti
[4 Marzo 2016]
L’entrata in esercizio della centrale geotermoelettrica Bagnore 4 (situata nel Comune di Santa Fiora, al confine con il Comune di Arcidosso) ha reso un contributo determinante alla geotermia toscana, che ha potuto tagliare nel 2015 un nuovo record storico di produzione, comunicato da Enel green power: 5.820 GWh, che corrispondono al consumo medio annuo di oltre 2 milioni di famiglie e forniscono calore utile a riscaldare circa 9.700 utenti residenziali, 6 aziende dei territori geotermici, circa 30 ettari di serre, 2 caseifici alimentando un’importante filiera agricola, gastronomica e turistica.
Con quali impatti ambientali? La risposta arriva dall’Arpat, che ha recentemente diffuso i dati relativi alla delicata fase di avvio della centrale, ottenuti dall’Agenzia sia attraverso periodici controlli, prima in cantiere, poi in centrale, sia verificando le concentrazioni in aria di idrogeno solforato (H2S): la fase di avviamento è stata dichiarata conclusa da Enel Gp alla metà del mese di giugno 2015 e, alla stessa data è iniziata – precisano dall’Arpat – la fase a regime.
L’avviamento dei due gruppi della centrale, oltre al gruppo produttivo di Bagnore 3 – sottoline l’Arpat – è stato accompagnato dai test dei sistemi di interconnessione previsti nelle prescrizioni relative alle autorizzazioni rilasciate e alla messa in funzione degli impianti di Abbattimento del mercurio e dell’idrogeno solforato (Amis) e dell’impianto di abbattimento dell’ammoniaca.
Per quanto riguarda invece il controllo della qualità dell’aria, è stato svolto impiegando entrambi i mezzi mobili a disposizione del settore geotermia posizionandoli, uno in località Bagnoli e l’altro in località Le Aiuole, nel Comune di Arcidosso, a integrazione della rete Enel Gp presente nei luoghi con quattro centraline fisse (Arcidosso, Bagnore, Santa Fiora, Merigar). I dati delle centraline mobili Arpat, comunicano dall’Agenzia, hanno «consentito la validazione dei dati Enel Gp». Nel loro complesso le sei stazioni di rilevamento risultavano ubicate attorno alla centrale, in un’area di circa 12 km², riuscendo così a rilevare fenomeni emissivi a bassa quota al variare delle diverse condizioni di vento.
«I dati sono stati elaborati settimanalmente a partire dal 16 settembre 2014 fino al 31 dicembre 2015, pubblicando 66 bollettini», e i valori rilevati si sono sempre mantenuti «molto lontani dal limite di cautela sanitaria riportato nella linea guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (150 µg/m³ come media delle 24 h)».
Anche negli episodi di picco che sono stati registrati è stata misurata «una concentrazione di H2S superiore ai 7 µg/m³, assunta generalmente come soglia di disturbo olfattivo». I valori più elevati sono stati registrati nel primissimo periodo dell’avviamento (avvenuto a settembre 2014), il 30/11/14 e l’1/12/2014: in questi casi «il massimo giornaliero della media mobile calcolata su 24 ore ha raggiunto, presso la stazione di Arcidosso, il valore di picco di 24,3 µg/m³ (58,3 µg/m³ come valore orario)», dunque circa sei volte minore rispetto al limite di cautela indicato dall’Oms.
«Tenuto presente quanto sopra detto, ovvero che le concentrazioni rilevate, negli ultimi mesi del 2015, si sono dimostrate di entità contenuta e sostanzialmente stabili, si ritiene ragionevole – concludono dall’Arpat – interrompere la pubblicazione del bollettino settimanale in quanto conclusa la fase, potenzialmente critica, di avviamento. L’analisi e la validazione dei dati tuttavia continuerà regolarmente, come richiesto dalla Regione Toscana, con l’usuale redazione di un report di riepilogo a frequenza quadrimestrale».