Geotermia e teleriscaldamento come fattori di competitività economica: l’Amiata si apre al confronto
[19 Gennaio 2016]
Nonostante un calo impressionante nelle quotazioni del petrolio e delle altre commodity energetiche (fossili), che ha fatto precipitare il prezzo al barile dai 120 dollari di pochissimi anni fa ai poco meno di 30 attuali, la “fattura energetica” pagata nel complesso dall’Italia è sì calata in modo sensibile, ma con ricadute inferiori alle attese per imprese e consumatori: il calo vertiginoso nei prezzo della materia prima non ha certo trascinato a fondo anche oneri e tasse, tutt’altro. In compenso, ha portato alla ribalta una vecchia verità: quella della volatilità di prezzo, che ha caratterizzato negli ultimi anni con sempre maggior forza la dinamica del petrolio e delle energie fossili come il gas. Costi non programmabili rappresentano per le imprese deficit di competitività sempre più significativi, che è possibile ridurre diversificando le fonti d’approvvigionamento.
Il caso della geotermia, da questo punto di vista, è esemplare. Dove è possibile utilizzarla in modo efficace e sostenibile, come in Toscana, la geotermia viene declinata non solo come produzione di energia elettrica ma anche come fonte pressoché inesauribile per i cosiddetti usi diretti, tra i quali spicca, sicuramente, il teleriscaldamento. Una sfida, quella del calore geotermico, che, alla luce delle crisi internazionali e del conseguente altalenante approvvigionamento delle risorse petrolifere, assume il carattere di una vera e propria urgenza.
Non va dimenticato infatti che – spesso- i costi di esercizio dovuti al calore -sia esso utilizzato per riscaldamento di locali che per processi produttivi – possono fare la differenza, specie in momenti di crisi, anche in contesti aziendali. E proprio di teleriscaldamento si parlerà domani 20 gennaio in un convegno regionale organizzato dal Comune di Piancastagnaio e dal Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche), vedrà la partecipazione di operatori economici, stakeholders ed esperti. Durante il seminario, che si svolgerà a partire dalle ore 9:00, presso il Teatro comunale di Piancastagnaio (via XX Settembre, 1), è prevista la partecipazione di operatori economici, stakeholders ed esperti, tra i quali spicca anche la partecipazione del vicepresidente di Airu, Francesco Carcioffo, e di Massimo Montemaggi di Enel green power, che ha recentemente illustrato su queste pagine le prospettive di sviluppo sul territorio del Gruppo Enel.
La realtà geotermica toscana – indubbiamente fortunata dal punto di visto dell’abbondanza della risorsa e del know how industriale presente sul territorio – può essere di esempio e guida. Un modello possibile per future realizzazioni, anche in altri territori, ma che in “patria” torna ad essere carsicamente investito da (legittimi) dubbi e preoccupazione in merito all’impatto ambientale e sanitario legate alle centrali geotermiche. Allo stato dell’arte, la ricerca scientifica e il monitoraggio da parte delle istituzioni competenti non hanno evidenziato criticità legate all’utilizzo della fonte geotermica, ma un approccio sempre più sostenibile e inclusivo nell’utilizzo della geotermia è certamente auspicabile. Anche per questo si moltiplicano gli attori che propongono incontri e seminari sul territorio; dopo quello previsto per domani Piancastagnaio, venerdì 29 e sabato 30 gennaio il Cinema Teatro Amiata di Abbadia San Salvatore ospiterà una due giorni dedicata all’approfondimento sul tema “Geotermia” a 360 gradi, nell’ottica di fornire fondamentalmente un servizio di informazione ed uno strumento di partecipazione ai cittadini. Numerosi gli interlocutori che si avvicenderanno sul palco, sia di carattere istituzionale sia imprenditoriale: l’evento, che farà perno sulla cosiddetta “Carta della buona geotermia” o “Carta di Abbadia San Salvatore”, è organizzato da Giga, Coordinamento Free ed Ecofuturo in collaborazione con l’amministrazione comunale e il dipartimento di Scienze della terra dell’università di Firenze.