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La petizione lanciata su Change.org a quota 4mila firme

Geotermia Sì, continua la lotta dei cittadini per difendere incentivi e posti di lavoro

«La scelta del Governo appare superficiale e ideologica, così come l’opposizione pregiudiziale dei falsi esperti neoambientalisti»
 |  Green economy

Dopo le manifestazioni pubbliche di Larderello e Santa Fiora, e in preparazione dell’iniziativa di Chiusdino che si terrà a breve, tornano a farsi sentire i cittadini, sindaci e imprese delle province di Pisa, Siena e Grosseto che hanno dato vita al movimento Geotermia Sì: la lotta contro la decisione del Governo – attraverso lo schema di decreto Fer 1 elaborato dal ministero dello Sviluppo economico –  di escludere la geotermia dagli incentivi volti a produrre energia elettrica da fonti rinnovabili.

«La scelta del Governo – dichiarano da Geotermia Sì – appare superficiale e ideologica, così come l’opposizione pregiudiziale dei falsi esperti neoambientalisti. Auspichiamo che entro gennaio, come ci è stato assicurato, venga approvata la Legge regionale sulla geotermia e che il Governo di conseguenza si coordini con la Regione. Chiediamo ai cittadini di sostenere la nostra mobilitazione a difesa delle comunità geotermiche anche con la firma della petizione su charge.org (link https://goo.gl/FnYN4d)», lanciata nei mesi scorsi e ormai alla soglia delle 4mila sottoscrizioni.

«Tagliare gli incentivi alla geotermia – argomentano da Geotermia Sì – significa mettere in ginocchio le nostre comunità che per decenni hanno vissuto con questa risorsa significa provocare sui territori una crisi senza precedenti, con rischi per la tenuta sociale e per il futuro stesso delle comunità, poiché crolleranno gli investimenti, chiuderanno le aziende nate nei territori geotermici, piuttosto che in altri, proprio per la presenza degli incentivi, e si verificherà una emorragia di posti di lavoro.  Ogni posto di lavoro, per le comunità delle aree geotermiche, è una risorsa dall’immenso valore. Tra occupazione diretta e indotto in tutta la Toscana sono 3mila gli occupati del settore geotermico (le ultime stime prodotte dalla Regione Toscana arrivano a oltre 4mila complessivi, ndr), di cui circa 2mila nei territori dell’Amiata e Larderello secondo i dati che vengono forniti dall’Osservatorio Economico Alta Val di Cecina. Ai 2mila lavoratori a rischio si aggiungono le imprese che si sono insediate per il costo conveniente dell’energia e gli occupati nel commercio e nei servizi, che vivono grazie all’economia generata. Quindi, saranno ben più di 2mila le famiglie che potrebbero ritrovarsi all’improvviso senza entrate economiche. La ‘fabbrica geotermica’ – concludono dal movimento – rappresenta il presente e il futuro. Abolire una semplice parola, rinnovabile, vuol dire farne apparire un’altra che si chiama disoccupazione. È facile immaginare che se va in crisi questo sistema, l’Amiata rischia di morire, vanno in crisi le nostre comunità, perché non sarà possibile riassorbire un numero così elevato di lavoratori».

Redazione Greenreport

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