Dopo la prima valutazione tecnica post-avviso pubblico, oggi la comunicazione dell’assessora Monni in Consiglio regionale
Gestione rifiuti, in Toscana arrivate proposte per 39 nuovi impianti: ecco i prossimi step
«Un quadro di proposte che hanno l'ambizione di superare il gap impiantistico che questa Regione ha il dovere di colmare»
[17 Maggio 2022]
A un mese e mezzo dalla chiusura dell’avviso pubblico bandito dalla Regione “per la manifestazione di interesse alla realizzazione di impianti di recupero/riciclo rifiuti urbani e/o rifiuti derivati dal trattamento degli urbani”, l’assessora all’Ambiente Monia Monni porta oggi in Consiglio regionale una comunicazione all’analisi delle progettualità avanzate.
Il gruppo di lavoro tecnico-istruttorio – composto dalla direzione Ambiente ed energia della Regione, dai tre Ato toscani (costa, centro e sud) e dall’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) – si è limitato per adesso a verificare la coerenza coi requisiti dell’avviso pubblico delle 39 manifestazioni d’interesse: 32 sono pienamente rispondenti, mentre tra le restanti 7 cene sono 2 con documentazione incompleta, 2 eccessivamente generiche, e altre 2 non coerenti coi requisiti tecnici. L’ultima, infine, è pervenuta in ritardo e pur risultando coerente con le indicazione dell’avviso risulta priva di documentazione, ma visto il suo interesse l’assessore propone al Consiglio di inserirla comunque nel quadro conoscitivo del Piano.
«I risultati ottenuti dall’avviso pubblico sono stati estremamente significativi – argomenta Monni – e offrono al Consiglio e alla Giunta regionale un quadro di proposte che hanno l’ambizione di superare il gap impiantistico che questa Regione ha il dovere di colmare».
In totale, le proposte avanzate permetterebbero di gestire quasi 3 milioni di tonnellate annue di rifiuti (a fronte di una produzione regionale pari a circa 2,15 mln di ton di rifiuti urbani e 10,1 di rifiuti speciali), ma non è detto che vengano tutte finalizzate: il riconoscimento di coerenza delle manifestazioni di interesse non comporta infatti l’instaurazione di posizioni giuridiche od obblighi negoziali, né costituisce alcun vincolo.
Che succede dunque adesso? «Innanzitutto – spiega Monni – avvieremo, subito dopo questa comunicazione all’Aula, il percorso di approfondimento e partecipazione sulle tecnologie proposte, come già previsto nell’avviso, aprendo un primo confronto di merito con gli enti locali, le parti sociali, le categorie economiche, gli ordini professionali, le associazioni ambientaliste e la cittadinanza. Un fase di approfondimento e analisi che sono certa vedrà il protagonismo anche del Consiglio regionale e della Commissione presieduta da Lucia De Robertis […] Le risultanze di quanto emerso negli incontri pubblici confluirà quindi nel report conclusivo del gruppo di lavoro che sarà poi nuovamente trasmesso al Consiglio».
Le proposte valutate coerenti con l’avviso confluiranno quindi nel quadro conoscitivo del Piano dell’economia circolare – ovvero il documento in fase di elaborazione che dovrà prendere il posto del precedente Piano regionale rifiuti e bonifiche – e saranno oggetto, proprio in quanto parte del quadro conoscitivo, delle valutazioni in sede di Valutazione ambientale strategica (Vas).
Per quanto riguarda invece l’impatto di quest’iter sulla tariffa rifiuti, Monni ricorda che «le proposte pervenute sono avanzate nell’ambito di impianti di mercato, sotto il profilo della spesa ad investimento, ma regolati, secondo quanto previsto da Arera, dalle Autorità di Ambito territoriale ottimale sul fronte della predeterminazione della tariffa al cancello. In buona sostanza il loro “peso” sulla tariffa sarà unicamente determinato dalle quantità avviate a trattamento nei singoli impianti, il cui costo al cancello sarà definito dal regolatore pubblico».
Prima però c’è da decidere quali impianti verranno effettivamente realizzati: sotto questo profilo la Vas offrirà «valutazioni di carattere generale e sarà quello il momento in cui saranno svolte analisi che, con particolare riferimento e attenzione, si potranno concentrare, come detto, alla distribuzione territoriale delle proposte impiantistiche presentate. Resta il fatto che, anche sulla base di tali analisi e valutazioni, le scelte strategiche e politiche del Piano potranno essere unicamente prese dal Consiglio regionale. Lo dico – conclude Monni – perché è mia intenzione proporre al Consiglio, in fase di proposta di adozione, di poter valutare l’ipotesi di stabilire un meccanismo che vincoli, anche con riferimento alle valutazioni d’impatto ambientale, la realizzazione di singole tipologie di impianti alle effettive esigenze regionali di trattamento sia per i rifiuti urbani sia per gli speciali, ponendo così confini definiti al nostro sistema impiantistico».
Per una panoramica di dettaglio sulle caratteristiche – e proposte localizzative – dei 39 progetti valutati dal gruppo di lavoro tecnico-istruttorio della Regione, si rimanda qui o al documento allegato di seguito.