Gpp, su 180 miliardi di euro l’anno di acquisti pubblici solo 77 sono verdi
Le proposte di Legambiente e Fondazione ecosistemi per iniziare finalmente a cambiare marcia, a partire dal Pnrr
[7 Ottobre 2021]
A 5 anni dall’introduzione dell’obbligo di legge dei Criteri ambientali minimi (Cam) nel Codice degli appalti – senza sanzioni per i trasgressori –, la strada per acquisti pubblici davvero verdi (Green public procurement o Gpp) resta ancora in salita.
Come spiega alla nostra redazione Silvano Falocco, direttore generale della Fondazione ecosistemi, su 180 miliardi di euro in acquisti pubblici che le amministrazioni pubbliche hanno speso nel corso del 2020, solo il 43% – circa 77 miliardi di euro – sono stati spesi in Gpp.
I dati del quarto rapporto dell’Osservatorio appalti verdi di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, presentato oggi durante la XV edizione del Forum Compraverde Buygreen, mostrano comunque alcuni progressi conquistati rispetto allo scorso anno.
In particolare, cresce l’applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti per l’acquisizione di beni e nei servizi da parte dei capoluoghi di provincia: sono quasi 1 su 3 quelli che dichiarano di avere un grado di adozione dei parametri del Green public procurement tra l’80 e il 100%, ovvero 26 sugli 89 che hanno preso parte al monitoraggio civico. Di questi, sono 8 quelli che dichiarano il massimo del rispetto del Gpp: Bari, Catanzaro, Ferrara, Imperia, Ravenna, Roma, Savona e Teramo.
«I dati presentati oggi ci restituiscono un quadro positivo, con numeri in crescita. Resta tuttavia molto da fare – commenta Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio appalti verdi – Sono ancora tanti, infatti, dai Comuni ai gestori delle aree protette, alle Aziende sanitarie locali, di cui abbiamo monitorato per la prima volta l’adozione del Green public procurement, gli enti che dichiarano di non applicare mai i Criteri ambientali minimi».
Anche perché i settori in cui si applicano, spesso non solo quelli più rilevanti in termini di spesa della Pubblica amministrazione. I criteri ambientali più applicati sono infatti quelli relativi all’acquisto di stampanti (il 66% li adotta sempre), sull’acquisto di carta in risme (il 73%) e sui servizi di pulizia (61%). I criteri ambientali minimi meno applicati sono quelli riguardanti l’edilizia (il 39% non li applica sempre, il 29% addirittura mai), gli arredi (il 22% non li applica sempre, il 28% mai), i prodotti tessili (il 31% non sempre, il 27% mai), l’acquisto di calzature e accessori in pelle (il 32% non li applica sempre, il 31% mai).
Ma qual è la maggiore difficoltà che i capoluoghi di provincia dichiarano di avere nell’applicazione dei criteri ambientali all’interno dei bandi? Sicuramente la formazione, che per il 26% delle amministrazioni risulta assente. E c’è una mancanza di monitoraggio interno alla pubblica amministrazione di sicura rilevanza: il 66% dei capoluoghi dichiara di non farlo.
«Il rapporto dell’Osservatorio appalti verdi 2021 – spiega Falocco – mostra un graduale miglioramento dello stato di attuazione del Gpp nei Comuni, soprattutto, oltre che nelle aree protette e nelle Asl. Il processo però è ancora troppo lento, soprattutto in vista del Pnrr e mette in mostra grosse difficoltà da parte dei soggetti interessati per quanto riguarda la formazione del personale, il monitoraggio interno e la stesura degli appalti».
Al proposito, Legambiente e Fondazione ecosistemi avanzano alcune proposte alle istituzioni, a maggior ragione che dall’Europa sono in arrivo quasi 70 miliardi di euro, degli oltre 191 complessivi previsti dal piano NextGenerationEU, per progetti di transizione ecologica ed economia circolare: innanzitutto inserire l’applicazione dei criteri ambientali minimi del Gpp nel Piano nazionale di ripresa e resilienza come priorità, rafforzare la capacità delle istituzioni partendo da enti locali e responsabili acquisti delle stazioni appaltanti per diffondere il Gpp e garantire l’adozione dei criteri, individuare un referente Gpp in tutte le pubbliche amministrazioni, estendere il campo di applicazione del Gpp, rafforzare l’uso dei criteri minimi nelle imprese pubbliche, diffondere la formazione, promuovere e sviluppare monitoraggi ulteriori e incentivare l’utilizzo dei criteri ambientali minimi.