Gli impianti di prossimità aiutano a tenere bassa la tassa rifiuti

Grazie al biodigestore Monterotondo Marittimo contiene la Tari, in calo fino al 60%

Termine: «Grazie alle risorse che ci vengono garantite dalla presenza dell’impianto, abbiamo potuto trovare una soluzione per tamponare il forte aumento»

[29 Aprile 2024]

Il Consiglio comunale di Monterotondo Marittimo (GR) ha deliberato la riduzione della Tari sul porta a porta e sulle raccolte di prossimità, contenendo i costi per la cittadinanza.

In particolare, per il porta a porta e la raccolta di prossimità con cassonetti posizionati ad una distanza dall’utenza entro i 300 metri, la riduzione della Tari passa dal 20% al 40%; per la raccolta di prossimità entro il chilometro la riduzione passa dal 30% al 50% e per la raccolta di prossimità oltre il chilometro di distanza dal cassonetto la riduzione passa dal 40% al 60%.

Una misura resa possibile dall’accordo tra Comune Acea, proprietaria del biodigestore anaerobico inaugurato in loco nel 2019, che prevede la riscossione da parte del Comune di risorse economiche derivanti dalle indennità di disagio ambientale (Ida). Il 2024 è il primo anno che il sistema entra a regime, riconoscendo al Comune un importo corrisposto per ogni tonnellata conferita all’impianto.

Questo ha consentito al Comune di avere una maggiore disponibilità di risorse per abbassare il Pef (Piano economico finanziario), ovvero la spesa complessiva che deve pagare l’Amministrazione comunale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. E conseguentemente di avere margini per prevedere ulteriori riduzioni sulla Tari.

«Si tratta di una misura molto importante – commenta il sindaco, Giacomo Termine – Grazie alle risorse che ci vengono garantite dalla presenza dell’impianto anaerobico abbiamo potuto trovare una soluzione per tamponare il forte aumento del Pef subito dal Comune e (per questo anno) generatosi soprattutto a causa delle decisioni di Arera, diminuendo perfino gli importi delle bollette dell’anno scorso».

Al proposito, è utile ricordare che ogni Comune determina la tassa rifiuti (Tari) attraverso i Pef, ma seguendo rigide linee guida stabilite a livello nazionale, e pensate per far sì che – come stabilisce la legge – il costo del servizio rifiuti urbani sia interamente finanziato attraverso la tassa stessa.

La definizione dei Pef passa infatti dalla metodologia stabilita dall’Autorità nazionale di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), che stabilisce quali sono i costi ammissibili, le modalità di rivalutazione (anche in base all’inflazione) e i modelli di ripartizione.

È sulla base di questa metodologia che enti come l’Ato Toscana sud, composto interamente dai Comuni d’ambito – compreso quello di Monterotondo Marittimo – definiscono la ripartizione dei costi ammissibili tra le varie Amministrazioni comunali del territorio;  i Pef, oltre a coprire i costi dei servizi richiesti dalle singole Amministrazioni, comprendono i costi del trattamento e smaltimento dei rifiuti (di competenza delle società gestori di impianti e non di chi si occupa della raccolta) e di altri servizi ambientali (come, ad esempio, la bollettazione).

Avere impianti di prossimità aiuta a tenere bassa la Tari, e la loro scarsità in molte aree del centro sud contribuisce a rendere più salata la tassa rifiuti in questa fetta del Paese rispetto al nord.