GreenItaly, i posti di lavoro verdi in Italia stanno crescendo 7 volte più velocemente degli altri
Realacci: «La generazione Greta ha bisogno di risposte più che di carezze. Molto sta cambiando anche se troppo lentamente»
[28 Ottobre 2019]
La green economy italiana viaggia più veloce del resto del Paese, una differenza che si è ampliata nell’ultimo anno e che rappresenta una speranza per la collettività ma anche un’incognita pesante: l’economia verde riuscirà infine a trainare l’Italia fuori dalla spirale di crisi economica e depressione sociale nella quale ci siamo infilati, oppure sarà lei a frenare a causa di un contesto inadeguato come mostra in modo plastico lo stallo messo in evidenza dall’Osservatorio Nimby forum? I numeri messi in fila nel decimo rapporto GreenItaly, elaborato come sempre dalla fondazione Symbola insieme ad Unioncamere e presentato oggi a Roma, puntano con decisione sul primo scenario.
«I dati parlano chiaro – dichiara il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli – Un’impresa su tre ha imboccato la strada della sostenibilità, 90mila in più dello scorso anno. E questa scelta si traduce in una maggiore produttività e competitività e in più capacità di innovazione e di export. Un dato interessante è che a questa accelerazione stanno contribuendo molto anche le imprese dei giovani under 35, che, nella metà dei casi, hanno puntato sulla green economy. Nei prossimi 5 anni, l’economia circolare e sostenibile offrirà una opportunità di lavoro su 5 sia nel settore privato, sia in quello pubblico».
Non a caso i numeri relativi agli investimenti e quelli sull’occupazione sono i più paradigmatici dello scatto verso la green economy maturato in Italia. Guardando anzitutto alla serie storica delle imprese che prevedono di effettuare eco-investimenti, ovvero ai dati sulle previsioni annuali delle imprese in merito alla scelta di investire o meno in tecnologie green, si coglie un’impennata nel 2019, anno in cui la quota raggiunge un valore pari a 21,5%, corrispondente a un valore assoluto di quasi 300 mila imprese e di 7,2 punti superiore a quanto registrato nel 2011. Di fatto sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2015-2018, o prevedono di farlo entro la fine dell’anno; in pratica quasi un’azienda italiana su tre, il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola, e nel manifatturiero si arriva al 35,8%. Solo quest’anno quasi 300 mila aziende hanno investito, o intendono farlo entro dicembre, sulla sostenibilità e l’efficienza.
Numeri che si riflettono inevitabilmente su quelli dell’occupazione, dato che nel 2018 il numero dei green jobs in Italia ha superato la soglia dei 3 milioni: 3.100.000 unità, il 13,4% del totale dell’occupazione complessiva (nel 2017 era il 13,0%). L’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali, ovvero con un ritmo di crescita 7 volte più veloce. Un ritmo che accelererà ancora nei prossimi anni, almeno a giudicare dalla componente anagrafica degli investitori – tra le imprese manifatturiere guidate da under 35 il 47% ha fatto eco-investimenti, contro il 23 delle over 35 – e dal bisogno di solidità sociale nell’Italia dei nostri giorni: il 56% delle imprese green sono imprese coesive, che investono cioè nel benessere economico e sociale dei propri lavoratori e della comunità di appartenenza relazionandosi con gli attori del territorio (altre imprese, stakeholder, organizzazioni non profit, ecc.).
«La generazione Greta ha bisogno di risposte più che di carezze – conclude il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci – Molto sta cambiando anche se troppo lentamente. Quando 10 anni fa pubblicavamo il primo GreenItaly nel mondo c’erano 25 GW di fotovoltaico installato: oggi i GW sono diventati 660. La tecnologia ha compiuto enormi progressi e in questi 10 anni il costo dell’elettricità da fotovoltaico, dice l’Unep, è crollato dell’81%, e quello dell’eolico del 46%. È già oggi in campo un’economia più sostenibile e a misura d’uomo che mette insieme innovazione e qualità con valori e coesione sociale; ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e antichi saperi. Un modello produttivo e sociale che offre al nostro Paese la possibilità di avere un rilevante ruolo internazionale».
Finora quella della green economy italiana è stata una coraggiosa e vincente evoluzione di sistema avviata ‘dal basso’, come la definisce il rapporto GreenItaly, a cui però non si è ancora affiancata una guida in grado di offrire una direzione di sviluppo alle singole eccellenze imprenditoriali presenti sul territorio: in questi dieci anni la necessità di una politica industriale coerente non è affievolita, ma se possibile è divenuta ancora più acuta.