Il marrone e il verde. Come accelerare la transizione per un’economia globale sostenibile

CMCC: i requisiti per il successo di una transizione verde dipenderanno fortemente dalla velocità con cui sarà attuata

[15 Dicembre 2023]

Secondo lo studio “An assessment of different transition pathways to a green global economy”, pubblicato recentemente su Communications Earth & Environment da  Soheil Shayegh, Severin Reissl e Matteo Calcaterra  del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc) e da Elnaz Roshan dell’Universität Hamburg, «Una transizione verde efficace richiede un duplice approccio: la riallocazione delle risorse da attività economiche non sostenibili a attività più sostenibili e la promozione della crescita endogena nella capacità e produttività delle iniziative sostenibili. Navigare questa transizione richiede cambiamenti significativi nella struttura globale della produzione e del consumo per allinearsi agli obiettivi climatici garantendo nel contempo lo sviluppo economico. Tuttavia, i dettagli della riallocazione delle risorse dipendono fortemente dalle ipotesi fatte sulla velocità di questa transizione verde».

Lo studio evidenzia che «Raggiungere una transizione rapida impone significativi e rapidi trasferimenti di capitale, sforzi sostanziali per ridurre le emissioni da attività non sostenibili e un focus su ricerca e sviluppo (R&S) per migliorare la produttività delle pratiche sostenibili».

Lo studio indaga su percorsi alternativi per la transizione dell’economia globale da un’industria brown dominata da combustibili fossili, a un settore green low-carbon e, in particolare, prende in considerazione tre percorsi diversi, definiti dalla velocità della transizione: costante (o lineare), veloce e ritardata.

Al Cmcc spiegano che «Il percorso di transizione veloce dipende fortemente dai trasferimenti di capitale da attività economiche “marroni” a “verdi”, uniti a misure significative e precoci di riduzione delle emissioni nel settore “marrone”».

Reissl, ricercatore del l RFF-Cmcc-European Institute on Economics and the Environment (EIEE), evidenzia: «Perché una transizione rapida abbia successo, c’è bisogno anche di un livello sostanziale di resilienza nel settore marrone. Al contrario, i percorsi più lenti prevedono una maggiore quantità di investimenti e l’accumulo graduale di capitale all’interno del settore verde stesso, mitigando parte dei costi associati alla riallocazione del capitale tra i settori ma comportando emissioni più alte e prolungate».

Lo studio ha sottolineato «La necessità, costante in quasi tutti gli scenari, di indirizzare tutti gli sforzi di ricerca e sviluppo verso il settore verde per potenziarne la produttività e raggiungere efficacemente gli obiettivi di transizione».

Reissl aggiunge: «DICE, il modello da cui partiamo, ha una struttura molto semplificata. I modelli di valutazione integrata (integrated assessment models, IAMs), tra cui DICE, sono strumenti essenziali per analizzare gli impatti economici dei cambiamenti climatici e valutare le conseguenze delle politiche di mitigazione climatica. Vanno da semplici modelli stilizzati a modelli più complessi basati su processi che incorporano rappresentazioni dettagliate di fattori come sistemi energetici, uso del suolo e inquinamento atmosferico. Anche se di solito lavoro con modelli più dettagliati e complessi, credo che strutture stilizzate come il nostro modello DICE esteso possano essere molto utili nel sottolineare punti generali ma importantiz.

I ricercatori hanno apportato una serie di estensioni e miglioramenti su alcune importanti dimensioni, tra cui diversi settori e la crescita della produttività guidata dalla ricerca e sviluppo, per fornire ulteriori approfondimenti pur mantenendo il modello complessivamente semplice e gestibile, e dicono che «I risultati di questo studio enfatizzano la scala e la direzione degli sforzi necessari per raggiungere una transizione rapida, e sottolineano che è urgentemente necessaria un’azione politica più incisiva».

Shayegh, ricercatore dell’EIEE, conclude: « Questi risultati forniscono importanti spunti concettuali per la gestione della transizione verso un’economia globale verde. In particolare, suggeriscono che, indipendentemente dal ritmo della transizione, garantire finanziamenti sufficienti per promuovere investimenti in ricerca e sviluppo volti a migliorare la produttività nei settori “verdi” deve essere una priorità politica assoluta. Per quanto riguarda gli investimenti di capitale, nel percorso rapido la transizione si basa fortemente sui trasferimenti dal settore “marrone” prima che il settore “verde” possa crescere in modo endogeno. Richiede inoltre un’ampia e profonda decarbonizzazione del settore “marrone”. Paradossalmente, questo implica che una rapida transizione verde dipenda da un settore “marrone” che, nelle fasi iniziali, sia sufficientemente robusto da generare le risorse necessarie e sufficientemente impegnato da ridurre sostanzialmente le proprie emissioni. Più in generale, tutti i percorsi di transizione esaminati implicano una sostanziale espansione dello stock di capitale verde. Recenti ricerche empiriche hanno dimostrato che i flussi di finanziamenti verdi sono ancora lontani dall’essere sufficienti rispetto ai bisogni stimati. Gli sforzi politici devono quindi concentrarsi sull’aumento dei flussi di finanziamenti verdi per consentire il necessario accumulo di stock di capitale».