Il M5S esulta per l’emendamento inserito in legge di Bilancio

In 4 Comuni della Terra dei fuochi stop a ogni impianto (legale) di trattamento rifiuti

Polieco: «Impedire la chiusura del ciclo dei rifiuti rischia solo di provocare ulteriori danni»

[31 Dicembre 2021]

In molti ormai dichiarano entusiasti che i rifiuti sono “una risorsa”, eppure crescono in contemporanea i casi in cui si prova a starne sempre più alla larga. È quanto successo in legge di Bilancio, appena approvata alla Camera, dove è stato approvato un emendamento di «poche righe che cambiano la storia di un territorio», come dichiara il deputato M5S in Commissione Ambiente Salvatore Micillo.

Il territorio in questione è una fetta di quello tristemente noto come “terra dei fuochi”, ovvero i Comuni campani di Giugliano, Qualiano, Villaricca e Quarto. Luoghi simbolo per la piaga dello smaltimento illegale di rifiuti, che per paradosso si pensa di mettere in sicuro impedendo la realizzazione di impianti legali e necessari per gestire rifiuti che comunque continuiamo a produrre.

«Una piccola ma sostanziale modifica a una legge che prima disponeva sul nostro territorio che non potessero più essere realizzati siti di smaltimento “finale” dei rifiuti, e che, adesso, invece – eliminando quell’aggettivo “finale” – non consentirà più neanche l’apertura di nuovi siti di trattamento di rifiuti.

Dal 30 dicembre 2021, nei comuni di Giugliano, Villaricca, Qualiano e Quarto non sarà più possibile costruire impiantistica per trattare rifiuti», spiega Micillo.

Non solo stop alla possibilità di realizzare discariche legalmente autorizzate ad operare, ma basta anche ad ogni altro tipo d’impianto per il trattamento rifiuti. Che ovviamente andranno cercati altrove, sempre che la spazzatura non venga smaltita illegalmente.

In tutto il Paese il turismo dei rifiuti urbani comporta già 108mila viaggi di camion l’anno, pari a 62 milioni di chilometri percorsi: ciò ha comportato l’emissione aggiuntiva di 40mila tonnellate di CO2 e 75 milioni di euro di aggravio pagato dai cittadini con la Tari (il 90% del quale a carico degli abitanti nel Centro-Sud). E allargando l’osservazione ai rifiuti speciali si arriva a  1,2 miliardi di km percorsi ogni anno, senza contare le tratte fuori confine.

«Guai a far passare il messaggio che sia questa la misura giusta da adottare in tutti i comuni della “terra dei fuochi” – Claudia Salvestrini, direttrice del consorzio nazionale Polieco – è comprensibile il punto di vista dei cittadini che non hanno più fiducia e che si sono spesso ritrovati dinanzi a controlli inadeguati, intanto che si consumavano azioni scellerate ai danni dell’ambiente e della loro salute, ma impedire la chiusura del ciclo dei rifiuti rischia solo di provocare ulteriori danni».

In quest’ottica risulta particolarmente urgente completare il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, avviato lo scorso anno dal ministero dell’Ambiente e previsto entro marzo 2022, in modo da mappare in modo puntuale le necessità impiantistiche sui vari territori italiani e – auspicabilmente – realizzare gli impianti necessari a colmarli.