Irpet, la geotermia «è una ricchezza irrinunciabile» per la Toscana

Casini Benvenuti: «Permette alla Toscana di essere allineata ai parametri dell’energia verde richiesti dall’Europa, e in prospettiva renderà la regione più indipendente»

[21 Agosto 2020]

Il calore naturalmente presente nel sottosuolo – ovvero la geotermia – è stato impiegato a fini industriali per la prima volta al mondo in Toscana, oltre due secoli fa, e ancora oggi questa fonte di energia rinnovabile rappresenta un vettore di sviluppo fondamentale per il territorio: la geotermia è infatti «è una ricchezza irrinunciabile – come spiega il direttore dell’Istituto regionale programmazione economica (Irpet), Stefano Casini Benvenuti – che permette alla Toscana di essere allineata ai parametri dell’energia verde richiesti dall’Europa, e in prospettiva renderà la regione più indipendente».

Come argomentato recentemente su Il Sole 24 Ore in uno speciale dedicato all’economia regionale, la Toscana sotto questo profilo è ancora divisa in due: l’area costiera, insieme a quelle montuose e al sud della Regione, continua a soffrire con maggiore intensità gli effetti della crisi economica, e ha urgente necessità di riscoprire le proprie potenzialità.

Tra queste, appunto, la geotermia: una fonte di energia rinnovabile che copre circa il 30% della domanda di elettricità toscana – soddisfacendo così la domanda di 1.120.000 persone – contribuendo al contempo a rendere il centro Italia la regione con la più bassa impronta di carbonio del Paese. Al contributo in termini di elettricità si sommano poi gli usi diretti: questo significa garantire calore utile a riscaldare oltre 10mila utenti residenziali nonché aziende dei territori geotermici, insieme a circa 30 ettari di serre e caseifici.

Complessivamente dalla geotermia toscana si ricavano annualmente circa 5,9 miliardi di chilowattora, permettendo un risparmio di circa 1 milione e 400 mila Tep (Tonnellate equivalenti di petrolio) e 4,1 Mt di emissioni CO2 evitate: risultati di primo piano da un punto di vista ambientale, che si accompagnano a circa 4mila lavoratori (tra diretti e indotto) occupati nel settore.

D’altra parte, spazio per migliorare ancora ce n’è molto. Come spiegato proprio dall’Irpet, la Toscana – come del resto l’intero Paese – soffre di un vincolo energetico importante in termini di bilancia commerciale, con la gran parte dell’energia che arriva infatti da oltre confine: considerando l’offerta complessiva di Ktep  regionali solo il 15% è prodotta internamente, e se si restringe il campo d’analisi al contributo fornito dalle fonti rinnovabili emerge con grande evidenza il ruolo esercitato dalla geotermia. Già oggi oltre il 73% dell’elettricità rinnovabile prodotta in Toscana arriva infatti dal calore del sottosuolo, un contributo che è destinato a crescere per far fronte alla crisi climatica in corso, secondo gli indirizzi che la strategia Toscana carbon neutral impostata dalla Regione sta mettendo a punto.