Ispra, ecco quali sono le emissioni di agricoltura e allevamenti in Italia

Dal settore arriva il 7% delle emissioni nazionali di gas serra e oltre il 90% delle emissioni di ammoniaca: in entrambi i casi il contributo degli allevamenti (80%) è determinante

[21 Aprile 2020]

Agricoltura e allevamenti sono un settore indispensabile della nostra economia, che anche la pandemia da coronavirus in corso non ha mancato di sottolineare: com’è ovvio la filiera agroalimentare rappresenta un servizio essenziale alla cittadinanza, ma altrettanto ovviamente non è esente da impatti ambientali, come mette oggi in evidenza l’Ispra esaminando (solo) i profili delle emissioni di gas serra e di inquinanti.

Attraverso l’Italian emission inventory 1990-2018 e il rapporto 2020 sui Fattori di emissione atmosferica di gas a effetto serra nel settore elettrico nazionale e nei principali Paesi europei, l’Ispra – ovvero l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – dedica un focus particolare al comparto, evidenziando sia in progressi ambientali compiuti nell’ultimo trentennio, sia quanto ancora rimane da fare.

Dal settore arriva il 7% delle emissioni di gas serra italiane (mentre a livello globale si stima che solo gli allevamenti arrivino al 14,5%), circa 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalente: «Dal 1990 le emissioni sono scese del 13% a causa della riduzione del numero dei capi, delle superfici e produzioni agricole, dell’uso dei fertilizzanti sintetici e dei cambiamenti nei metodi di gestione delle deiezioni».

Come spiega l’Ispra, la maggior parte delle emissioni del settore – quasi l’80% – deriva dagli allevamenti, in particolare dalle categorie di bestiame bovino (quasi il 70%) e suino (più del 10%), mentre il 10% proviene dall’uso dei fertilizzanti sintetici. In particolare, per gli allevamenti, la maggior parte delle emissioni deriva dalla fermentazione enterica, a carico in particolare dei ruminanti e dalla gestione delle deiezioni (stoccaggio e spandimento).

Guardando invece alle emissioni inquinanti, l’apporto più rilevante attribuibile ad agricoltura e allevamenti riguarda l’ammoniaca, uno dei principali precursori dell’inquinamento da particolato.

Le emissioni di ammoniaca del comparto sono diminuite del 23% rispetto al 1990, ma al 2018 ammontano ancora a 345.000 tonnellate/anno: rappresentano più del 90% di tutte le emissioni nazionali di ammoniaca. Come sottolinea l’Ispra, l’80% di queste emissioni deriva dagli allevamenti e in particolare dalle categorie bovini, suini ed avicoli e riguardano le fasi di gestione delle deiezioni nei ricoveri, negli stoccaggi e durante le fasi di spandimento al suolo. Il contributo dell’uso dei fertilizzanti sintetici alle emissioni totali del settore è del 15% circa. Il calo è dovuto alla riduzione del numero dei capi, delle superfici e produzioni agricole, dell’uso dei fertilizzanti sintetici e alla diffusione delle tecniche di riduzioni delle emissioni.