La geotermia protagonista alla prima Conferenza internazionale “Energia Italia”
Torsello (CoSviG): «Tra tutte le rinnovabili la geotermia è forse quella che ha ancora il maggior potenziale da utilizzare»
[8 Luglio 2022]
Si è svolta a Roma la prima edizione di Energia Italia, la Conferenza internazionale sulle tematiche dell’energia nel nostro Paese che nel corso di due giorni ha articolato un confronto a tutto tondo tra istituzioni, industria, autorità regolamentari, Università, mondo della ricerca e consumatori.
Al centro del dibattito – col patrocinio della Commissione europea – è stato posto il macrotema “Pnrr, transizione ecologica e indipendenza energetica”, con un focus sulla geotermia affidato alla dirigente CoSviG Loredana Torsello.
«CoSviG è il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche, che sostanzialmente raggruppa i Comuni geotermici della Toscana e la Regione – introduce Torsello – Il fronte pubblico è coordinato nell’interesse delle popolazioni locali, con gli enti che stanno collaborando per garantire al territorio i maggiori benefici possibili legati alla coltivazione dell’energia geotermica».
Ovvero una delle fonti rinnovabili che presenta un potenziale di sviluppo tra i più interessanti, in Toscana ma anche nel resto d’Italia, a seconda delle applicazioni considerate: la produzione di elettricità da geotermia richiede infatti condizioni geologiche e di temperatura particolari, che possono essere a frutto con profitto solo in alcune aree, mentre l’impiego diretto del calore può farsi strada quasi ovunque.
«Tra tutte le rinnovabili la geotermia è forse quella che ha ancora il maggior potenziale da utilizzare, ci sono ampi margini di miglioramento – conferma Torsello – anche se la liberalizzazione del comparto introdotta con il Dlgs 22 del 2010 non ha portato grandi risultati, dato che non vengono realizzati nuovi impianti geotermoelettrici da quasi 10 anni. Le sindromi Nimby ma anche i cambiamenti introdotti nel quadro degli incentivi economici hanno determinato uno stallo, che in questo periodo storico sta diventando particolarmente insostenibile: abbiamo una risorsa rinnovabile nazionale che non siamo capaci di mettere pienamente a disposizione del sistema energetico, per problematiche che non sono di tipo né tecnico né tecnologico. In Toscana ad esempio saremmo in grado di raddoppiare la potenza attualmente installata senza grandi sforzi, ma si pensi anche solo al grande tema del revamping, cioè degli interventi che potrebbero essere fatti sulle centrali esistenti; non soltanto per aumentarne l’efficienza ma anche per migliorare ulteriormente la performance ambientale, che è un elemento di assoluta priorità per le popolazioni locali».
Il sostanziale stallo della geotermia italiana è dunque particolarmente acuto sul fronte geotermoelettrico, ma non risparmia neanche l’impiego diretto dell’energia termica. I principali teleriscaldamenti basati sul calore della Terra sono presenti solo in 9 Comuni toscani, dove vengono alimentati dai cascami delle centrali, e a Ferrara dov’è presente un impianto ibrido (al contributo della geotermia si aggiunge quello della termovalorizzazione e di centrali a gas); a queste esperienze si aggiungono poi principalmente quelle di Milano e del Veneto sul geoscambio (pompe di calore), ma per il resto molto poco è stato fatto rispetto alle reali potenzialità della risorsa geotermica nel Paese.
«Siamo molto indietro rispetto agli altri Paesi europei, perché se per l’energia geotermoelettrica conserviamo ancora il secondo posto in Europa, per la parte invece di valorizzazione della componente termica non abbiamo fatto molto. Eppure – conclude Torsello – si tratta di un settore che può contribuire in maniera significativa, non soltanto per la parte di riscaldamento invernale ma anche per il condizionamento estivo, perché le applicazioni geotermiche che sono in grado di ridare risposte sostenibili anche in termini di raffrescamento, che aiuterebbero tantissimo anche nel contenere il costo economico della bolletta».