La Regione Toscana punta sullo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili

Monni: «Il tema vero è quello della auto-sufficienza energetica, che non può che passare dalla transizione energetica»

[22 Aprile 2022]

Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) rappresentano uno strumento privilegiato per integrare ed ibridare tra loro diverse fonti rinnovabili, dando forma a una democrazia dell’energia che crei sviluppo a livello locale: si tratta di un nuovo soggetto giuridico, delineato dal recepimento della direttiva europea Red II lo scorso dicembre, costituibile a partire da un gruppo di singoli soggetti – come famiglie, stabilimenti produttivi e Comuni – che decidono di autoprodurre, accumulare e scambiarsi energia generata da fonti rinnovabili, nello spirito di una vera comunità e aprendo al contempo realizzazione di nuovi modelli di business.

Sulle grandi potenzialità delle Cer ha scelto di investire molto anche il Piano nazionale di recupero e resilienza (Pnrr) elaborato dal Governo, che stanzia 2,2 mld di euro allo sviluppo delle Comunità energetiche nei Comuni con meno di 5mila abitanti.Per favorire lo sviluppo delle Cer in Toscana, la Regione – insieme all’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) e Anci Toscana – ha presentato ieri un percorso di crescita che s’incrocia con la lotta alla crisi climatica e alla necessità di una maggiore autosufficienza energetica, resa oggi evidente dalla guerra russa in Ucraina e dalle sue conseguenze sui mercati.

«Un tema attualissimo – ha detto il presidente Eugenio Giani – perché si inserisce nel dibattito sull’auto-sufficienza energetica e sulla transizione ecologica. Temi trasversali che riguardano la crescita e lo sviluppo complessivo della comunità e dell’economia. Ricorrere alle risorse di altri paesi e scoprire, nel momento in cui scoppia un conflitto, di essere fragili. La Toscana fortunatamente sotto questo profilo è riuscita a crearsi una propria auto-sufficienza energetica, per quasi il 50% del fabbisogno (di energia elettrica, ndr), grazie alle proprie ricchezze. Come la geotermia, l’idroelettrico, il fotovoltaico e l’eolico. Diventa però indispensabile conciliare l’utilizzo di suolo per tali scopi con gli altri, propri del territorio. E qui entrano in gioco cittadini e amministratori, per creare comunità ambientalmente ed economicamente sostenibili».

In quest’ottica, le Comunità energetiche rinnovabili offrono un’architettura ideale per mettere in gioco le comunità locali.

«Adesso dobbiamo dare una spinta forte non solo all’emancipazione dal gas russo, ma dal gas in generale, nella direzione di una transizione ecologica che sfrutti le risorse di cui la Toscana è ricca. Il tema vero – ha aggiunto l’assessora all’Ambiente, Monia Monni – è quello della auto-sufficienza energetica, che non può che passare dalla transizione energetica, intesa come costruzione di un nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Ma per poter attivare una transizione energetica effettiva, occorre attivare cambiamenti culturali: significa che dobbiamo partire dal basso. Chiediamo un maggior coinvolgimento delle comunità, ed un investimento che riguardi non solo la realizzazione degli impianti di produzione ma anche l’animazione delle comunità, tema che in questo momento reputo più urgente perchè occorre far capire ai cittadini il significato e il valore di costituirsi in comunità senza rovesciar loro il peso di una burocrazia anche molto complessa.

«Ruolo che, secondo una delibera recentemente approvata dalla giunta regionale, è stato affidato ad Arrr, l’Agenzia regionale recupero risorse: «Le comunità energetiche possono essere una vera e propria fabbrica di opportunità. È lodevole da parte della Regione e di Anci istituire un gruppo di lavoro per promuovere e dare supporto a tutte le iniziative per la costituzione di queste comunità», ha dichiarato –Stefano Bruzzesi, direttore di Arrr.

In particolare, la delibera regionale prevede che Arrr porti avanti le attività di animazione/diffusione delle comunità energetiche, finalizzata a molteplici obiettivi. In primis, garantire l’animazione territoriale, anche sotto forma di consulenza energetica a sportello e di informazione diffusa, a mezzo di iniziative ed eventi in forma telematica e in presenza, dando particolare attenzione alle iniziative di promozione di Comunità energetiche da parte degli enti locali e delle cooperative di comunità.

Al contempo, Arrr dovrà garantire assistenza e supporto tecnico alla Regione Toscana nella promozione delle comunità energetiche sia attraverso la produzione di atti (quali ad esempio linee guida, metodologie e strumenti di calcolo per il corretto bilanciamento energetico degli impianti) sia attraverso la realizzazione di una piattaforma informatica finalizzata all’accatastamento di tutte le Cer presenti in Regione Toscana, contenente le informazioni utili funzionali alla corretta pianificazione regionale.

Secondo il direttore di Anci Toscana Simone Gheri, che ha concluso il convegno, è ora «indispensabile aprire la fase dell’operatività. Dai sindaci è emersa chiara la richiesta di un supporto concreto per andare avanti con i progetti e questo dobbiamo fare, in piena sinergia, per fare in modo che le comunità energetiche diventino una realtà diffusa nella nostra regione. I comuni vogliono giocare da protagonisti questa sfida. Siano dati loro tutti gli strumenti e soprattutto le risorse per poterlo fare. Il solo prestito e il limite per i comuni con meno di 5mila abitanti vanno rivisti».

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  • Il futuro dell'energia in Toscana con le comunità energetiche