La Toscana ripensa i poli di innovazione: che posto avrà la sostenibilità?
[19 Dicembre 2013]
La Regione Toscana su iniziativa dell’assessore Gianfranco Simoncini, ha avanzato un confronto con il mondo delle imprese e della ricerca per fare un bilancio sul sistema toscano dei poli di innovazione, evidenziando le criticità e proponendo i primo orientamenti per superarle.
Avviato nel 2009, il sistema toscano di trasferimento tecnologico si basa oggi su 12 poli per l’innovazione che, in varie zone della Toscana, operano in altrettanti settori: moda, tecnologie ICT, tecnologie per la città sostenibile, nanotecnologie, mobile e arredamento, optoelettronica e spazio, tecnologie per le energie rinnovabili, meccanica, cartario, scienze della vita, nautico, lapideo. Nell’ultimo triennio il cofinanziamento regionale complessivo per questi organismi ha superato i 7,5 milioni di euro a fronte di spese ammissibili di 9,6 milioni. Quasi tremila (2.950 per l’esattezza) le imprese toscane aggregate ai 12 poli.
A fronte di questa fotografia Simoncini a commentato: «Un’esperienza positiva anche se non mancano velocità ed efficienze diverse fra un polo e l’altro: è dunque opportuna una fase di riflessione nella piena consapevolezza del fatto che l’innovazione è davvero una fra le componenti fondamentali nella strategia regionale per la crescita e l’occupazione».
L’innovazione di processo e di prodotto è importante ma non sufficiente per garantire la sostenibilità. Altri sono gli indicatori da valutare e considerato che stiamo trattando di “poli” è necessario capire quale sia il valore aggiunto della collaborazione tra singole realtà di uno stesso settore, in termini di messa a comune di know how per competere con maggiore efficienza nel panorama internazionale e rilanciare il mercato interno; ma le sinergie si devono manifestare anche per la sostenibilità ambientale e sociale ad esempio cambiando scala nelle filiere produttive, aumentando l’efficienza, risparmiando energia e materie prime senza tralasciare la responsabilità etica di impresa.
Per ora Simoncini ha illustrato i capitoli generali della riorganizzazione proposta, senza mettere in discussione il disegno strategico e le motivazioni che stanno alla base dell’istituzione dei poli. Fra gli aspetti su cui sono possibili correttivi la governance e i finanziamenti, i rapporti con la rappresentanza delle imprese, la stessa geografia dei poli: alcuni potrebbero unificarsi, altri potranno nascere ex novo, alcuni rivedere la propria mission. E fra i soggetti gestori, quelli che non hanno saputo mantenere il pareggio di bilancio per due anni consecutivi non potranno accedere a nuovi finanziamenti.