La transizione ecologica toscana nel Piano regionale di sviluppo 2021-25
Giani: «Il Prs va approvato entro settembre-ottobre». Economia circolare e geotermia tra i pilastri della ripresa post-Covid
[9 Giugno 2021]
Dopo il Programma di governo approvato lo scorso ottobre, all’alba dell’insediamento della nuova Giunta, inizia adesso il percorso per arrivare a traguardare il Piano regionale di sviluppo (Prs) 2021-25: un documento chiave che «va approvato entro settembre-ottobre» per guidare la ripresa post-Covid, come ha spiegato ieri il presidente Eugenio Giani in Consiglio regionale, dove ha reso all’Aula una prima informativa sul nuovo Prs.
Gli strumenti attuativi del nuovo Piano regionale di sviluppo si articoleranno in 27 progetti regionali, per disegnare una regione solidale e connessa in una logica di coesione tra la Toscana delle città e dei borghi, con uno sviluppo da imperniare ovunque sulla transizione ecologica e quella digitale.
Il Consiglio regionale ha risposto con un atto d’indirizzo presentato dal Pd e approvato dall’Aula a maggioranza: una risoluzione con la quale il Partito democratico «condivide i contenuti del Programma regionale di sviluppo (Prs) 2021-2025» e pone una serie di impegnative alla Giunta regionale. Per quanto riguarda in particolare la transizione ecologica, l’atto d’indirizzo ribadisce «l’impegno di arrivare ad una società a impatto climatico zero entro il 2050» e si indicano le seguenti priorità: «Arrivare ad un nuovo piano dei rifiuti sia urbani che speciali, con adeguata dimensione impiantistica, in grado di coniugare i principi di sostenibilità e circolarità; sviluppare i temi della riduzione dei consumi energetici, anche attraverso modalità innovative come le comunità energetiche, così come definite anche nel Pnrr; prevedere uno spazio per il tema della geotermia, per il quale occorre coniugare ambiente e sviluppo nelle aree geotermiche, che rappresentano anche un potenziale ambito di sviluppo turistico».
Nel merito, il Prs contiene già indicazioni precise riguardanti proprio la geotermia, cui si riserva un ruolo chiave per l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e dunque per la decarbonizzazione dell’intera economia regionale al 2050: «In Toscana un contributo fondamentale al raggiungimento della neutralità carbonica potrà essere assicurato dalla geotermia, sulla quale – si legge nel documento – sarà necessario investire, anche in termini di ricerca ed innovazione, per incrementare al massimo la produzione di energia elettrica a partire dalla riduzione degli impatti ambientali e dal contenimento dell’occupazione di suolo. L’obiettivo al 2050 potrebbe consistere in 1500/2000 megawatt di potenza installata». Ad oggi la potenza geotermoelettrica installata sul territorio è ferma a 915,8 MWe, dunque si tratterebbe di un raddoppio.
In funzione di una progressiva decarbonizzazione dell’economia nel suo complesso, un ruolo chiave sarà inoltre giocato «dalla promozione e dallo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in linea con le strategie europee e nazionali».
Più generiche le indicazioni sull’economia circolare, comunque trasversale e più volte richiamata all’interno del Prs in fase d’elaborazione. Si tratterà di «promuovere l’economia circolare, anche considerando il rifiuto un vero e proprio giacimento al quale attingere per alimentare filiere produttive del riciclo e del recupero ed allungare così la vita della materia attraverso la produzione di materie prime-seconde da immettere sul mercato. Perché l’economia circolare risulti efficace è necessario tuttavia partire non dal rifiuto, la cui produzione deve essere ridotta, ma dal modo di pensare e progettare i prodotti, affinché fin dall’origine siano predisposti al reimpiego nei cicli produttivi […] Proseguiranno inoltre le azioni finalizzate al miglioramento della rete fognaria, della depurazione e dell’approvvigionamento idrico dei principali distretti produttivi toscani e aree di particolare criticità così come le azioni di bonifica dei siti inquinati (Massa Carrara, Livorno e Piombino ed Orbetello)».
Più in generale, dal Prs emerge una Toscana orientata a incentivare «le filiere produttive legate alla green economy, favorendo la creazione di “green jobs” e incentivando, in generale, i processi di riorganizzazione delle filiere e il ricambio generazionale».
Per creare un contesto normativo adeguato allo scopo, saranno molti i Piani regionali che dovranno cambiar pelle. Tra questi spiccano il Piano ambientale ed energetico nazionale (Paer), con il Prs a precisare che «si procederà ad una revisione della LR 14/2007, resasi necessaria alla luce del nuovo contesto di riferimento internazionale e nazionale, andatosi delineando negli ultimi anni. La revisione è finalizzata all’individuazione di un piano che possa definirsi un vero e proprio piano della transizione ecologica». Lo stesso vale per il Piano regionale rifiuti e bonifiche (Prb), che avrebbe dovuto rinnovarsi già nel corso della legislatura precedente e che adesso dovrà diventare «un vero e proprio piano dell’economia circolare, in coerenza con le nuove direttive comunitarie». Idem per il Piano regionale per la qualità dell’aria (Prqa), da revisionare «al fine di introdurre misure di rafforzamento così da garantire il rispetto dei valori limite, con particolare riferimento alla aree oggetto di procedure di infrazione».