«La trasformazione dei sistemi alimentari è una pallottola d’argento per la crisi Covid»

Al Food Systems Pre-Summit Onu di Roma impegni per accelerare l'azione globale prima del vertice di settembre

[29 Luglio 2021]

All’United Nations  Food Systems Pre-Summit che si è concluso ieri a Roma, i 500 delegati presenti e i 20.000 virtuali di 190 Paesi hanno discusso di come trasformeranno i loro sistemi alimentari nazionali per guidare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) entro il 2030, indicando come attueranno i cambiamenti necessari per arrivare ad avere sistemi alimentari più sostenibili, equi, resilienti e nutrienti. Un processo che culminerà in un vertice dei Capi di Stato e di governo a settembre a New York.

Quando i percorsi nazionali hanno iniziato a prendere forma, la vice segretario generale dell’Onu, Amina J. Mohammed ha anche rivelato quali sono le coalizioni globali emergenti che si sono impegnate a sostenere ulteriori progressi. Concludendo il summit, la Mohammed ha sottolineato che «Tutto ciò che facciamo deve sempre includere coloro che sono al centro dei nostri sistemi alimentari: i piccoli agricoltori, le popolazioni indigene e soprattutto donne e giovani. Proprio come il cibo ci unisce come culture e comunità, può unirci attorno alle soluzioni. Ma quel che è chiaro è che non esiste una soluzione valida per tutti. La nostra diversità è la nostra forza e riflette la complessità del nostro mondo».

Le coalizioni sono allineate su temi comuni per i quali, come comunità globale, è necessario sostenere gli sforzi a livello di Paese, lavorando con i governi per esprimere le proprie visioni e priorità.

Il ministro degli esteri e della cooperazione internazionale italiano, Luigi Di Maio, ha detto che la recente Dichiarazione di Matera del G20 sulla sicurezza alimentare,  «E’ un ottimo esempio di come un’azione politica congiunta possa portare a risultati più ampi sul campo».

I primi impegni del pre summit sono arrivato dal Principe del Galles Carlo per il Regno Unito che ha lanciato l’allarme sull’impatto di sistemi alimentari fallimentari sulla nostra salute e sul nostro pianeta: «Questo mi fa sperare che la pressione per il cambiamento venga ora soddisfatta da una risposta globale sostanziale e determinata. Ma questa risposta, e la sua attuazione pratica sul campo, devono essere accelerate poiché la finestra di opportunità che ci è rimasta si sta rapidamente chiudendo. La sicurezza e la capacità dell’intero sistema di supporto vitale del nostro pianeta fanno affidamento su di essa, e se lavoriamo tutti, mettendo  questa responsabilità primaria in primo piano, non solo avvantaggeremo la natura, ma anche le persone e il pianeta».

La premier di sinistra-verde islandese Katrín Jakobsdóttir ha chiesto una maggiore leadership politica: «Dobbiamo essere coraggiosi e concentrati politicamente per eliminare le pratiche dannose e allo stesso tempo promuovere quel che si è dimostrato positivo, umano e rispettoso della natura. Ci vuole coraggio per trasformare allo stesso tempo i nostri sistemi di valori e i nostri sistemi alimentari. Ma questo è quel che dobbiamo fareo».

Gli Stati Uniti, in collaborazione con gli Emirati Arabi Uniti e con il sostegno di Australia, Brasile, Danimarca, Israele, Singapore, Regno Unito e Uruguay, hanno già definito l’ iniziativa Agriculture Innovation Mission for Climate (AIM for Climate), per aumentare e accelerare la ricerca e lo sviluppo globali sull’agricoltura e sui sistemi alimentari a sostegno dell’azione climatica. Da parte sua, il Giappone si è allineato all’Unione europea sull’importanza dell’innovazione per trasformare i sistemi alimentari, insieme a una dieta equilibrata, sottolineando la necessità di soluzioni adatte ai contesti regionali.

La trasformazione dei sistemi alimentari per affrontare il cambiamento climatico è stata una priorità del pre-summit, in particolare tra i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, i Paesi che affrontano i peggiori impatti dell’aumento delle temperature globali. Katepu Laoi, ministro per il governo locale e l’agricoltura di Tuvalu ha ricordato che «Oggi siamo ancora in grado di consumare il nostro principale raccolto di radici di base tradizionale, pulaka, ma solo con molta parsimonia. Il nostro governo riconosce che fornire catene di approvvigionamento alimentare sostenibili e adeguate per la popolazione di Tuvalu sarà sempre più difficile a causa degli eventi meteorologici estremi, che sono stati aggravati dal cambiamento climatico».

I Paesi africani si sono mobilitati attorno a una posizione comune delineata in precedenza al  pre-vertice dal presidente ruandese Paul Kagame e Modibo Keita, ministro per lo sviluppo regionale del Mali, ha evidenziato «L’importanza dell’irrigazione, dei biofertilizzanti e della riduzione delle perdite post-raccolto  per migliorare i sistemi alimentari nazionali. Il nostro è un Paese del Sahel e i sistemi alimentari qui soffrono dei cambiamenti climatici, quindi , ogni anno il 10% degli alimenti viene importato dal resto del mondo».

Anche per i Paesi dell’America Latina è urgente migliorare la produzione rispettosa della natura, affrontare le sfide nutrizionali e aumentare l’uguaglianza di genere. La vicepresidente dell’Uruguay, Beatriz Argimón, ha evidenziato che «Le donne sono agenti di cambiamento. Questa comprensione ha portato l’Uruguay ad adottare quest’anno un piano nazionale di genere nella nostra politica agricola, di cui siamo molto orgogliosi perché è la prima volta che siamo davvero attenti ad ascoltare le opinioni delle donne rurali nel nostro Paese».

Lo sviluppo di strategie nazionali verrà realizzato nei mesi che precedono il vertice, con 145 Paesi che hanno già convocato dialoghi nazionali e David Nabarro, consigliere senior dell’inviato speciale per i Summit Dialogues dà un giudizio positivo del pre-summit di Roma: «Si sono sentite voci diverse, le tensioni sono state  esposte e le azioni sono portate avanti insieme. C’è uno slancio straordinariamente stimolante. Le priorità dei percorsi nazionali sono state condivise da molti ministri a Roma: indicano la necessità di un cambiamento dei sistemi urgente, inclusivo, centrato sulle persone e rispettoso della natura che si basi sulla migliore scienza e rifletta le realtà locali e nazionali in un contesto globale».

Alla conferenza stampa di chiusura del Food Systems Pre-Summit, la Mohammed ha ribadito che «Un pianeta sostenibile e prospero può essere ottenuto solo lavorando insieme e in solidarietà. Questo meeting ci ha dimostrato che c’è un lato positivo in questa crisi Covid: i sistemi alimentari sono un settore prioritario per gli investimenti trasformativi, il che può portare le transizioni che dobbiamo fare. Solo lavorando insieme – come un solo popolo, in solidarietà – possiamo avere un pianeta sostenibile e prospero per tutti».

Secondo la vicesegretaria generale dell’Onu, il pre-summit di Roma «Ha fornito terreno fertile per un forte successo a settembre, Siamo uniti nella convinzione che all’interno dei sistemi alimentari si trovi il potenziale per raggiungere tutti gli obiettivi per le persone, il pianeta e la prosperità. C’è un’enorme energia dietro questa convinzione. Si riconosce che le nostre sfide sono urgenti e devono essere affrontate su larga scala. C’è anche un incredibile desiderio di abbattere i muri che esistono tra i ministeri del governo i settori tematici e le comunità».

Chiudendo la plenaria del pre-summit, la Mohammed  ha detto che «La trasformazione dei sistemi alimentari è una pallottola d’argento” per la crisi Covid» e  ha descritto il processo del vertice come una “pallottola d’argento” per affrontare i problemi che ha di fronte l’umanità: «Un motivo di speranza. Anche se la crisi ha tenuto le persone fisicamente separate, il processo le ha effettivamente riunite.  Il pre-vertice mi ha di mostrato che possiamo garantire il diritto al cibo, garantendo al tempo stesso il futuro del nostro pianeta. Proprio come il cibo ci unisce come culture e comunità, può anche unirci attorno alle soluzioni».